martedì 15 marzo 2016

Le candeline di apa Pafnunzio


Si meravigliava di se stesso. Era andato nel deserto per stare in solitudine con Dio, per trovare la pace interiore, senza altra occupazione che la preghiera. Perché allora da un po’ di tempo si sentiva tirato da mille occupazioni che gli toglievano la serenità e andava lamentandosi con tutti dei suoi troppi impegni? Che lavori potevano mai essere? Le corde da intrecciare e consegnare? Gliene sarebbero bastate molte meno per vivere, eppure si era impegnato per aiutare i poveri. Le visite da fare alle celle degli anziani ammalati? Non poteva essere una fatica, ma soltanto un’opera di misericordia. La conversazione spirituale da preparare per la sinassi settimanale con gli altri monaci? Non era una gioia condividere i pensieri che lo Spirito gli ispirava?
Cose da poco, di per sé belle e piacevoli, ma una appresso all’altra, in continuazione, gli davano quasi ansia. Soprattutto quanto gli si presentavano davanti tutte insieme. Si sentiva soffocare.
A sera entrò nella cella e prima di iniziare la preghiera davanti all’icona della Tutta Santa, accese la candelina di cera gialla. Invece di guardare la Madre guardò lo stoppino che prendeva coraggio e lentamente consentiva alla fiammella di innalzarsi.
Si voltò a destra e, nell’oscurità, gli sembrò di vedere una teoria infinita di candeline che gli venivano incontro chiedendogli di accenderle. Erano innumerevoli, da non potersi neppure contare. “Devo accenderle tutte? Sono troppe…”. Mentre scrutava la fila interminabile e cercava di calcolarne il numero, esse continuavano imperterrite a scorrergli davanti, una dopo l’altra, in fila ordinata ma implacabile.
Allora si voltò dall’altro lato e si accorse che già si era allontanato un altro incalcolabile numero di candelina rimaste spente. Avrebbe dovute averle accese.
Guardò nuovamente a destra e altre si accalcavano, ancora più numerose…
“Non ce la farò mai”, mormorò sgomento.
“Perché, gli disse allora la Tutta Bella, perdi il tuo tempo a cercare di contare le candeline che stanno per giungere e quelle che, ormai passate, non hai acceso? Non sono tante. Ce n’è una sola, quella davanti a te, accendi quella”.
Apa Pafnunzio non guardò più né a destra né a sinistra. Con meraviglia scoperse che non c’erano più tanti impegni da assolvere, tante incombenza da sbrigare. C’era una sola candelina da accendere, quella che proprio allora gli stava passando davanti: il tempo della preghiera. L’accese e la piccola fiamma prese coraggio e lentamente si innalzò.
Riprese coraggio anche lui e sentì crescere la debole fiamma che ardeva nel suo cuore.


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