venerdì 19 dicembre 2014

Il nostro "sì" / 7 Le molte forme di preghiera


Pregare come? Sono mille le forme di preghiera. Ecco le più comuni.
La preghiera più semplice è quella litanica. Si possono ripetere fino alla sazietà parole quali: “Sei tu, Signore, l’unico mio bene”, “Tu lo sai che ti amo”, “Vieni, Signore Gesù”… L’amore non si stanca mai di ripetere le stesse parole. Questo tipo di preghiera infonde pace, confidenza e dà la forza per riprendere il lavoro, intrattenere rapporti sinceri con gli altri, affrontare prove e difficoltà.
La meditazione – altra forma di preghiera – inizia generalmente dalla lettura di uno scritto, o dal ricordo di qualcosa che si è ascoltato, da un episodio, che aiutano a penetrare le realtà di Dio, le verità della fede cristiana, la vita di Gesù. Vi si riflette, si lascia che entrino nell’animo, le si assaporano, si confrontano con la propria vita per vedere se Dio è contento di noi o se dobbiamo cambiare qualcosa. La riflessione cede poi il posto all’affetto e al colloquio amoroso. È un cammino che porta a conoscere Dio e a conoscere se stessi.
La Lectio divina è una forma di preghiera analoga alla meditazione e spesso ne costituisce lo stesso contenuto. Consiste nel leggere la Parola di Dio, approfondirla attraverso lo studio, lasciarsi interpellare da essa, domandarsi come viverla. Essa fa la verità, è esigente. Penetra come una spada a doppio taglio, ferisce e insieme guarisce. Nutrirsi di essa è nutrirsi di Gesù per vivere di lui e come lui.
La preghiera di quiete nasce quando si avverte la presenza di Dio in noi o attorno a noi. Sappiamo che lui c’è e ci ama; sappiamo che noi siamo con lui e vogliamo amarlo, senza preoccuparci di dire parole. È proprio stare a casa, in famiglia, nella pace.

La preghiera per eccellenza rimane quella liturgica, soprattutto quella eucaristica, vissuta non come un atto di pietà o di devozione, ma come la più alta partecipazione alla preghiera stessa di Gesù. Entriamo nel suo stesso dialogo di vita e d’amore con il Padre, nel suo “Sì”, fino a donare noi stessi con lui, fatti lui, a Dio e all’umanità: è “la sua, la nostra Messa”.

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