mercoledì 24 dicembre 2014

Con la gioia del bambino davanti al Natale


Nei giorni attorno a Natale è d’obbligo passeggiare per le vie di Roma per vedere luci e vetrine. Ma a Natale è d’obbligo visitare il più antico presepe del mondo, scolpito da Arnolfo di Cambio, in santa Maria Maggiore, alla fine del 1200. La basilica, già dal 432, custodisce le reliquie della colla di Betlemme, allora collocate nella “Grotta della Natività” e oggi nella teca della Confessione.
Roma riserva tante altre sorprese. Questa mattina, presto presto, prima che arrivasse la folla di turisti e pellegrini, sono stato in san Pietro e ho ammirato il presepe all’interno della basilica. Un presepe classico, con l’evolversi graduale della giornata dalla notte al giorno, una sobria animazione (non come in quei presepi dove tutti lavorano come forsennati), scene ben curate.
Ciò che mi ha colpito è stato un bambino, all’estremità del presepe, quasi fuori della scena, che esplode in un grido di gioia, con le braccia spalancate, incantato dalla nascita di Gesù Bambino.
Mi è sembrato l’icona dell’atteggiamento più adeguato davanti al Natale. L’ho accolto come un invito ad andare da Gesù come fosse il primo Natale, e – quando tutto attorno parla di morte, corruzione, violenza – lasciarmi sorprendere dall’esplosione di vita che irradia dal presepe, dalla purezza, generosità, mitezza e tenerezza di Dio che appare tra noi.


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