giovedì 2 ottobre 2014

Relazioni (complice un cane da riporto)


Quando il cane da riporto torna con in bocca un fagiano, il cacciatore lo accarezza. Se tornasse con una scarpa rotta, al cacciatore verrebbe voglia di dargli una pedata, ma non lo fa perché è un animalista (che ha appena sparato su un fagiano).
Non sembri un’immagine impropria per riflettere sulle “relazioni”. L’origine semantica della parola (dal participio passato del latino referre = portare indietro) mi induce a pensare che forse non sempre si dà il dovuto peso ai contenuti delle relazioni, privilegiando piuttosto le modalità e i sentimenti ad esse legati. Le crisi familiari e sociali che stiamo vivendo, oltre a quelle della politica mondiale, ne sono purtroppo una conferma.
Torniamo al cane e al cacciatore. Sono spesso legati da una sorta di affetto, quasi un’amicizia. Si fanno le festa l’uno con l’altro, hanno un’intesa tutta particolare. Ma se il cacciatore non desse da mangiare al suo cane e se il cane non scovasse la preda, alla lunga la relazione si deteriorerebbe.
Per quanto il paragone sia un po’ irriverente, lo stesso capita nei legami personali come in quelli nel mondo del lavoro o nelle relazioni industriali e internazionali. È fondamentale elaborare la capacità di ascolto e di accoglienza reciproca, in un atteggiamento di empatia e di rispetto delle diversità. Le famiglie si sfasciano senza la pazienza della comprensione, i popoli e le nazioni si fanno guerra se non si recepiscono i diritti e le esigenze dell’altra parte. Ma molto di più contano i beni che vengono scambiati nelle relazioni: cosa siamo disposti a donare all’altro? La saldezza e la duratura dei rapporti sono proporzionali alla preziosità, verità, generosità del dono.
I beni condivisi, inoltre, soprattutto a livello dei rapporti personale, domandano di essere realtà nelle quali siamo pienamente coinvolti e convinti, che ri-portino il frutto della propria ricerca. Soltanto così sono beni di “valore”. In questo caso non vale la sentenza “relata rèfero”, il ri-portare in modo distaccato quanto appreso o ricevuto da un altro, senza implicazione di una propria responsabilità e adesione. Costruire relazioni richiede mettersi in gioco.


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