“L’umano arriva dove arriva l’amore; non ha confini se non quelli che gli diamo”. Così Italo Calvino nel racconto La giornata di uno scrutatore, dove racconta la sua esperienza al Cottolengo di Torino.
A due passi dalla casa di Celje dove siamo ospiti, qui in Slovenia, vi è una delle fosse comuni dove, dopo la guerra, sono state seppellite migliaia di persone, trucidate dai comunisti. P. Leopold, che è con noi, ricorda ancora d’aver visto passare file interminabili di prigionieri. Lì non era arrivato l’amore e quindi non c’era più neppure l’umano.
L’amore è invece arrivato a Križevci, in Croazia, alla Mariapoli Faro, dove ieri abbiamo avuto la toccante testimonianza che l’unità dei popoli è possibile: lì c’erano rappresentanti di popoli che fino a pochi anni fa abbiamo visto in guerra gli uni contro gli altri. È arrivato l’amore e si sono umanizzati.
L’amore, e quindi l’umanizzazione, è arrivato anche a Kinshasa, in Congo, come mi scrive Giovanna COMI: “L'amore bussa ancora alla nostra porta. Ed ecco il piccolo Gaetano, chiamato così in memoria di P. Liuzzo. Ha due settimane di vita. La mamma ha partorito al nostro Centro e poi di notte è scappata lasciandolo a noi. Certamente è la povertà che ha portato la mamma a fare ciò. E' un bimbo bello e tranquillo. Per ora è qui da noi. Ha trovato tante mamme che lo coccolano e lo accudiscono in attesa di trovare una famiglia che lo adotti. E così ci improvvisiamo mamme, e la casa è tutta una rivoluzione tra pannolini, biberon, e vagiti, sopratutto di notte quando in pieno sonno ti sveglia e devi fare in fretta a preparare il latte. Tutti i programmi passano in secondo piano. Al primo posto c'è lui e non si discute! Capiamo così quanto amore, quanta dedizione quanto lavoro, quante notti insonne hanno vissuto per noi i nostri genitori. Quanto dobbiamo essere grati a loro in vita ed in morte. Che il Signore li benedica tutti e li consoli sempre col Suo infinito amore di Padre-Madre”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento