Giorni fa, in Friuli, una delle mie solite avventure. Dopo aver visitato la straordinaria abbazia benedettina di Sesto al Reghena e il castello di San Vito al Tagliamento (vedi foto), in fine mattinata mi portano a dare uno sguardo alla piazza di Cordovado e a prendere un “aperitivo agricolo” in un bar. Nel bar mi rendo conto che non ho con me lo zaino, nel quale tengo tutti i documenti e una somma di denaro che mi hanno consegnato per portare a Roma. “L’ho lasciato in macchina”, mi dico subito. Ma in macchina non c’è. Sicuramente l’ho lasciato al castello di San Vito. Torniamo in tutta fretta, ma al castello non c’è. Non mi rimane che fare la denuncia ai Carabinieri. È comprensibile il mio stato di angoscia. Le vacanze non sono ancora iniziate e già sono terminate.
Prego tutti i santi, a cominciare dal noto sant’Antonio, specialista del caso. Poi a sera direttamente all’Onnipotente. Appena terminata, ecco la telefonata dei Carabinieri: hanno riconsegnato lo zaino con tutto il contenuto, soldi compresi. Corro a recuperarlo e mi faccio dare il recapito di chi l’ha portato: i gestori del bar di San Vito! Appena entro nel bar, con lo zaino, esclamo: “Ma allora c’è ancora gente onesta!”. E loro, per tutta risposta: “Ma noi siamo terziari francescani!”.
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