Caro padre Fabio,
Riflettevo sul comunicato della sala stampa vaticana riguardante i risultati della visita apostolica ai Legionari di Cristo. Testo shoccante per la nettezza dei giudizi che emette a proposito del fondatore "indegno" e le conseguenze che il suo agire ha avuto o può aver avuto sul carisma e l'impostazione di vita della Congregazione.
La mia riflessione è stata arricchita dalla lettura di un articolo di Lorenzo Prezzi, pubblicato su Regno-attualità n. 8/2010, pp. 223-225, precedente di qualche giorno il documento vaticano. Da quest'articolo cito: "L’operazione già orientativamente indicata dalla Santa Sede nel documento di censura al fondatore prevede una distinzione fra carisma del fondatore e carisma fondazionale. Il primo è legato alla persona, il secondo all’istituzione. [...] Ma non è impresa facile. È vero che nella storia vi sono casi di fondatori rifiutati e, persino, di scelte ereticali, ma fenomeni d’immoralità tanto gravi non hanno precedenti. Se non in alcune fondazioni recenti. Per questo il processo merita di essere guardato con attenzione e condivisione come già stanno facendo gli organismi di rappresentanza dei superiori maggiori" (p. 224) . L'accenno ai casi d'immoralità in fondazioni recenti mi pare sia riferito alle dolorose vicende relative a p. Gino Burresi.
Innanzitutto mi ha molto preoccupata l'enfasi e l'insistenza con la quale i mezzi d'informazione di massa hanno riportato lunghi brani del comunicato vaticano: quando succedono queste cose, di solito "gatta di cova". Staremo a vedere.
Dal punto di vista teologico, poi, questa vicenda sconcertante, oltre che dolorosa e - per quello che riguarda le varie fasi delle sue "vicende processuali" anche emblematica - pone un problema che mi pare di rilievo: la necessità ormai impellente di operare la distinzione fra in maniera il più possibile chiara e netta "fra carisma del fondatore e carisma fondazionale"; cosa che, almeno in questo caso, il comunicato della santa Sede già abbozza, assieme a una velata critica, quando sottolinea "la necessità di ridefinire il carisma della Congregazione dei Legionari di Cristo, preservando il nucleo vero, quello della 'militia Christi', che contraddistingue l’azione apostolica e missionaria della Chiesa e che non si identifica con l’efficientismo a qualsiasi costo".
In questo caso, il servizio che la teologia può offrire mi sembra davvero prezioso e non soltanto nei riguardi dei Legionari di Cristo, anche perché quando i fondatori, per quanto buoni e santi, sono lontani o molto lontani nel tempo la distinzione di cui sto parlando diventa utile per l'opera di aggiornamento dei loro istituti.
Un caro saluto sr Mnerina
Pubblico volentieri questa e.mail nella speranza che qualcuno riprenda il tema su questo blog (o via e-mail) e risponda a sr. Nerina
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