Abbiamo riscoperto una Chiesa che sa proporre valori positivi e scelte di vita autentiche e coraggiose, che può presentarsi con competenza davanti al mondo della cultura, senza paura della “dialettica tra secolarismo e fede”, anzi riconoscendovi “una chance per integrare fede e razionalità moderna in un’unica visione antropologica”. Una Chiesa che si fa dialogo, convinta che “il dialogo senza ambiguità e rispettoso delle parti in esso coinvolte è oggi una priorità nel mondo, alla quale la Chiesa non intende sottrarsi”; una Chiesa che non solo accetta “l’esistenza della cultura dell’altro”, ma “aspiri anche a venire arricchita da essa e ad offrirle ciò che possiede di bene, di vero e di bello”.
Una Chiesa che vince la tentazione di ripiegarsi su se stessa, che ritrova la sua vocazione “essere missionaria nel movimento diffusivo dello Spirito”, continuando ad avvertire “con chiarezza l’importanza di comunicare la Buona Novella di Gesù a quanti non lo conoscevano ancora”. Una Chiesa che prende coscienza che “il campo della missione ad gentes si presenta oggi notevolmente ampliato e non definibile soltanto in base a considerazioni geografiche; in effetti ci attendono non soltanto i popoli non cristiani e le terre lontane, ma anche gli ambiti socio-culturali e soprattutto i cuori che sono i veri destinatari dell’azione missionaria del popolo di Dio”.
Dobbiamo ricordarci sempre che la Chiesa è peccatrice ( “le sofferenze della Chiesa – ci ha detto Benedetto XVI in questo viaggio – vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”). Ma non possiamo dimenticare che è anche santa.
La Chiesa non è peccatrice. La nostra Chiesa è santa, è bella, è l'ultima giustizia del mondo.
RispondiEliminaSono sempre orgoglioso di essere cattolico.
Viva il Papa!!!
una laica coreana
La Chiesa non è peccatrice. La nostra Chiesa è santa, è bella, è l'ultima giustizia del mondo.
RispondiEliminaSono sempre orgoglioso di essere cattolico.
Viva il Papa!!
una laica coreana