mercoledì 26 maggio 2021

50 anni fa "Evangelica testificatio"

 


Cinquanta anno fa, il 29 giugno 1971, papa Paolo VI promulgava l’esortazione apostolica Evangelica testificatio rivolta ai religiosi e alle religiose. 

Venticinque anni più tardi papa Giovanni Paolo II, il 25 marzo 1996, emanava un’altra esortazione apostolica, Vita consecrata. Si tratta di due documenti di tenore molto diverso. 

In questo duplice anniversario al secondo documento sono riservati convegni, seminari, studi, considerata l’importanza che esso ha avuto nella riflessione teologica post conciliare. Il primo passerà quasi inosservato; nella stessa esortazione Vita consacrata – che pure esce in una ricorrenza significativa, il 25° anniversario – sono solamente due i riferimenti e una sola citazione, una frase rimasta celebre: «Senza questo segno concreto, la carità che anima l'intera Chiesa rischierebbe di raffreddarsi, il paradosso salvifico del Vangelo di smussarsi, il “sale” della fede di ridursi in un mondo in fase di «secolarizzazione». Per il resto nessuna menzione esplicita di essa, neppure per ricordarne l’anniversario, come si usa nei documenti pontifici.

Al momento della sua apparizione Evangelica testificatio destò un vasto consenso e apprezzamento, anche – e non solo – perché era il primo documento post conciliare interamente dedicato alla vita religiosa. Fu accolta con gioioso stupore per lo stile incoraggiante, positivo, e nello stesso tempo coraggioso, propositivo, ricco di ispirazione e di amore per la vita religiosa. Ma successivamente i documenti emanati sono stati così tanti che hanno presto lasciato nell’ombra quella esortazione. Inoltre essa rispondeva a una particolare contingenza storica – e forse per questo ebbe tanta accoglienza – ma proprio per questo venne presto considerata legata a un momento ormai superato. Anche la bibliografia che la riguarda è confinata ai primi anni dalla sua comparsa.

Eppure, come scrive Pier Giordano Cabra, rimane «uno dei documenti più belli sulla vita consacrata», che «non ha avuto tutta l’attenzione che si meritava: il clima generale era troppo ideologizzato per essere valutato serenamente. Il suo procedere con finezza e sfumature, la poneva troppo al di sopra delle semplificazioni correnti». 

Per l’occasione sto scrivendo un articolo per la rivista “Claretianum”. È un modo anche per prepararmi a celebrare la festa di san Paolo VI, sabato prossimo. Vale la pena rileggere quel grande documento, che fu definito la "Magna charta" dei religiosi.

 

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