martedì 3 marzo 2020

Uno sguardo contemplativo sulla città


“Abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo, ossia uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze” (Evangelii gaudium, 71).
In risposta a questa richiesta di papa Francesco, quest’anno la diocesi di Roma su è proposta, come programma pastorale, di “organizzare una mappatura del proprio territorio: caratteristiche del quartiere alla luce della sua storia, stile di vita degli abitanti, presenza di scuole, posti di lavoro, luoghi di aggregazione, sacche di maggiore povertà e degrado, luoghi di violenza sociale, di presenza invasiva della criminalità organizzata, ecc. Lo scopo è esercitarsi in uno sguardo contemplativo sulla città e la cultura che in essa si produce”. Per poi domandarsi: “che cosa ci si aspetta dai cristiani in questi ambiti?”.


Lo sguardo contemplativo…
L’ho trovato nelle foto di Gabriele Basilico che dal 1970 al 2000 ha ritratto molte città del mondo.
Ho visitato la sua mostra fotografica “Metropoli”, allestita nel Palazzo delle Esposizioni. 250 opere allineate nelle ampie sale luminosissime. Sviluppo e stratificazioni storiche delle città, dei margini e delle periferie in continua trasformazione. C’è anche il territorio tra Firenze e la mia Prato. Assonanze e dissonanze.
Per ritrarre le città con tanta arte e bellezza occorrono: tanto tempo, strumenti tecnici d’eccezione, ma soprattutto cuore e un occhio contemplativo.
Non tutti abbiamo forse il tempo, tanti meno strumenti sofisticati. Ma tutti potremmo e dovremmo formarci uno sguardo contemplativo, premessa per ogni azione.

Nessun commento:

Posta un commento