martedì 17 marzo 2020

Via Crucis al tempo del Coranavirus - quinta stazione

V Stazione: Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce

Prese la croce di malavoglia: lo costrinsero (Mt 27, 32). Simone di Cirene tornava a casa dopo una mattinata di lavoro in campagna, quando i soldati si avvalsero del diritto di imporre l’angheria, il servizio gratuito.
Camminando dietro a Gesù il giogo si faceva dolce e il carico leggero (Mt 11, 30). Continuò a seguire Gesù anche dopo, divenendo suo discepolo, assieme ai figli Alessandro e Rufo.
Simone, senza che allora lo sapesse, aveva obbedito alla parola di Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro a me… prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16, 24). Fece sua la croce di Gesù e le sue croci si mutarono nella croce di Gesù.

Medici, infermieri, personale di servizio… Quante persone si prodigano in questi giorni per gli ammalati del virus! Alcuni costretti dalla necessità, angariati, altri con convinzione, tutti comunque mettono a rischio la propria vita. Siamo grati a questi Cirenei e preghiamo per loro.

Gesù non è da meno e prende su di sé la nostra croce. La croce “pesa di meno” scriveva Igino Giordani, “se Gesù ci fa da Cireneo”. E pesa ancora di meno se la croce la portiamo insieme: “Una croce portata da una creatura alla fine schiaccia; portata insieme da più creature con in mezzo Gesù, ovvero prendendo come Cireneo Gesù, si fa leggera: giogo soave. La scalata, fatta in cordata da molti, concordi, diviene una festa, mentre procura un’ascesa”. 
È come se Gesù ci dicesse: Non temete, dunque, perché, se siete uniti, Io sono con voi, e come Cireneo porto la vostra croce, qualsiasi essa sia.


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