mercoledì 21 giugno 2017

Segno di contraddizione: Giordani rivoluzionario


In occasione del processo di beatificazione di Igino Giordani ho accolto ed espletato con gioia il compito di censire quattro delle sue opere. È stata l’occasione per testimoniare l’alta stima che ho sempre nutrito nei suoi confronti da quando l’ho conosciuto di persona negli ultimi anni della sua vita. Aveva superato traversie di ogni genere ed era diventato - così appariva ai miei occhi - semplice e mite, puro di cuore, con sulle labbra quel perenne sorriso che lasciava intravedere il superamento di tante prove. Mi sembrava giunto all’approdo sereno dopo una traversata avventurosa e piena di pericoli.
Ricordo quando, nella nostra comunità degli Oblati a Frascati, aprendo la porta me lo trovavo davanti per una delle sue graditissime improvvisate. Oppure quando stava seduto su una panchina, nel giardino del Centro Mariapoli a Rocca di Papa, circondato da ragazzi, giovani, famiglie intere, in un dialogo semplice e intenso. Mi sono rimasti impressi soprattutto le brevi visite agli incontri dei religiosi al Centro Mariapoli. Spesso gli bastava farci sapere che aveva sempre vissuto in compagnia dei nostri fondatori e dei nostri santi, che aveva letto i loro scritti e aveva pubblicato biografie e profili su di loro.
Lo studio attento delle opere affidatemi mi ha condotto ad una nuova comprensione della sua persona, del suo pensiero, della sua eroica vita cristiana. Pur nella loro diversità due tratti mi sono sembrati ricorrenti nei suoi scritti: la visione onnicomprensiva, a tutto campo del messaggio cristiano; per lui parlare di cristianesimo significa parlare di teologia (soprattutto biblica e patristica), ma anche di storia, letteratura, arte, economia, politica, sociologia, psicologia…; la sentita rivalutazione del laicato cristiano: rivendica per il laico la stessa santità del monaco e del sacerdote, lo stesso impegno nella diffusione della fede e vede gli ambiti della vita sociale e familiare come autentici luoghi di santificazione. Tutta la sua vita ne è stata una eminente testimonianza. Forse nessun altro laico come Giordani ha dedicato tutta la vita alla causa del Vangelo con tanto impegno culturale.
In particolare ho studiato la sua opera Segno di contraddizione.

È ora apparso sulla rivista “Nuova Umanità” un mio articolo su questo capolavoro della letteratura cristiana. Invito alla lettura: Segno di contraddizione: Giordani rivoluzionario, "Nuova Umanità", 226 (2017/2), p. 107-122.

Rivoluzione cristiana avrebbe dovuto essere il titolo originario del libro, scartato dall’editore per la troppo evidente contrapposizione all’imperante rivoluzione fascista.
La scelta del nuovo titolo non appare meno provocatoria, indicando l’origine e l’essenza di quella rivoluzione, Cristo. “Vediamo – termina l’introduzione – se oggi Cristo resti ancora, come 1900 anni fa, il segno di contraddizione” (p. XXXV).
Non privo di significato al riguardo l’anno di edizione, 1933, anno santo della Redenzione, come annota a mano sulla prima copia stampata, precisando: “13 aprile 1933, mercoledì santo, Anno Santo”.
Il libro si propone di cercare “i termini di quella rivoluzione”. L’aggettivo con il quale è qualificata la modalità di tale ricerca ne rivela lo stile: “spregiudicatamente” (p. XXXV); un aggettivo che ritrae la grande libertà e l’apertura di mente di Giordani.


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