A Roma c’è una Chiesa di Gesù
Bambino a Monte Sacro e un’altra all’Esquilino. Ma non è quello il Gesù Bambino
di Roma. A Roma c’è il più antico presepe del mondo, a Santa Maria Maggiore: dalla
prima metà del VII secolo vi si conservano le reliquie della mangiatoia e delle
fasce di Gesù. Quando nel 1200 la Terra Santa fu definitivamente perduta nelle
mani dei Saraceni, la basilica romana divenne la “seconda Betlemme” e Arnolfo
da Cambio vi scolpì il suo stupendo presepe. Ma non è questo il Gesù Bambino di
Roma.
Se scrivete una letterina a Gesù
Bambino, le poste italiane la recapitano all’Ara Coeli, dove c’è la famosa
statua di Gesù Bambino. È questo il Gesù Bambino di Roma. Perché proprio questo?
Perché la tradizione di Gesù Bambino qui sulla rocca del Campidoglio risale… al
giorno stesso della nascita di Gesù a Betlemme. Proprio così! Il giorno in cui nacque
Gesù la Sibilla Tiburtina e Augusto imperatore lo videro, così almeno raccontano
i Mirabilia Urbis e la Leggenda aurea di Jacopo da Verazze. Sopra
il Campidoglio apparve una grandiosa visione: nel cielo un sole d’oro dentro il
quale stava seduta una donna con un bambino in grembo. La Sibilla, rivolta all’imperatore,
esclamò: “Questo bambino è più grande di te, perciò adoralo”, e si udì una voce
che diceva: “Hoc est ara coeli”, questo è l’altare del cielo. L’origine del
nome di quella che oggi si chiama l’Aracoeli è alquanto più complessa, resta il
fatto che in quel punto del Campidoglio sarebbe sorta la chiesa della Madonna
dell’Aracoeli.
Nella cappella, in fondo a sinistra,
il Bambino di Aracoeli. Fu scolpito a Gerusalemme da un frate Francescano nel
XV secolo, su legno d’ulivo. Poiché il frate non aveva le tinte necessarie per
completare il lavoro, l’opera fu portata a termine da un angelo. Nel viaggio
verso Roma la nave incappò in una furiosa tempesta e il frate fu costretto a
gettare in mare la statua (altri dicono che la nave naufragò), ma il Bambino giunse
da sola al porto di Livorno.
A Roma la statua fu accolta con
grande festa. Un giorno del periodo natalizio una nobile romana la rubò e la
nascose in casa. Il Bambinello, di notte, se ne tornò in Campidoglio da solo,
mentre le campane della basilica suonavano prodigiosamente a festa. Fu poi rubata 1798 dai soldati francesi e quindi
riscattata. Ma dopo il furto del 1994 né Gesù Bambino è tornato da solo all’Aracoeli,
né è stato riscattato. Ora lo sostituisce una copia… in attesa del ritorno. Non
c’è più neppure il favoloso tesoro che si era accumulato lungo i secoli, segno
di una grande devozione, che si esprimeva in molti altri modi. Le mamme prima
del parto salivano dal Bambinello per una speciale benedizione e dopo per presentare
il proprio nato. Lo si portava al capezzale degli infermi. Nel 1897 fu
incoronato da Leone XII. Ancora oggi, la sera dell’Epifania, tutta la città
riceve la sua benedizione.
Oggi sono stato a trovarlo. Davanti
alla piccola statua un cesto con le lettere dei bambini. Le passo ad una ad una,
anche se non mi è consentito aprirle. Provengono dalla Svizzera, dal Giappone,
dagli Stati Uniti, da tante parti d’Italia, con indirizzi specifici con tanto
di numero civico, oppure con indirizzi molto vaghi: “Il Bambino, Roma, Italia”.
So che contengono richiesta di preghiere, ringraziamenti…
Prego il Bambino per i bambini, per
quelli felici e quelli infelici, per chi ha i genitori e per chi è orfano, per
chi è accudito e per chi è maltrattato… Soprattutto per quelli che nascono e crescono
tra le atrocità delle guerre, nella fame. Lui, Bambino come loro, li capisce e
li ama. Ho pregato anche per me, perché diventi come un bambino, come lui,
altrimenti non si entra nel Regno dei cieli.
Ma a Roma c’è un altro Gesù Bambino,
un ospedale. Mentre oggi io andavo a trovare il Gesù Bambino dell’Aracoeli,
papa Francesco andava a trovare i bambini dell’ospedale. Anche lui ha preso in
mano un cestino con le letterina dei bambini ammalati, e ha detto: “Vi
ringrazio per i vostri sogni e preghiere, che avete
raccolto in quella cesta: li presentiamo insieme a Gesù, Lui li conosce e
conosce quello di cui avete bisogno. Gesù ha con voi un legame speciale: vi sta
sempre vicino”.
Forse
è questo il vero Gesù Bambino di Roma, quello che si trova ammalato, in tanti
bambini, all’ospedale del Bambin Gesù.
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