giovedì 16 marzo 2023

Padri e madri disperati e pieni di speranza

 

Nella mia lettura quotidiana dei Vangeli emergono ogni giorno uomini e donne straordinari. Adesso mi vengono in rilievo padri e madri disperati per i figli ammalati e indemoniati. Davanti a tanta tragedia sono importanti, affranti dal dolore. Gesù è l’unica speranza. Così per la donna siro-fenicia che ha la figlia posseduta da uno spirito impuro: si getta ai suoi piedi, lo supplica, insiste… (era di lingua greca e parla con Gesù in greco…). Giàiro che ha la figlioletta che gli sta morendo: anche lui si getta ai piedi di Gesù e lo prega di andare a casa sua. Il centurione lo scongiura per il servo che “è paralizzato e soffre terribilmente”. Oggi mi ha colpito l’uomo incontrato subito dopo la trasfigurazione: anche lui si getta in ginocchio: “Signore, abbi pietà di mio figlio!”.

Tutti e tre si inginocchiano davanti a Gesù: è la loro ultima speranza. Mi fa impressione vederli cadere in ginocchio davanti a lui. Il centurione non si prostra perché non ha neppure il coraggio di incontrarlo… La disperazione degli uomini sembra più cupa e profonda di quella delle donne, forse perché sanno sopportare meno il dolore. Tutti ripongono la loro fiducia in Gesù, lo supplicano con parole piene di fede.

E come è bella la pietà di Gesù che si intrattiene con ognuno, e compie il miracolo non con un tocco magico, ma dopo aver dialogato. Soprattutto con quest’ultimo pover’uomo: si interessa del figlio, gli domanda da quando è malato, come si manifesta la malattia… Un Gesù vicino, umano… Che provoca sempre una reazione di preghiera sincera, sentita: “Credo, aiuta la mia incredulità”.

Mi piace intrattenermi a parlare con questi uomini e queste donne del Vangelo, per farmi raccontare la loro storia di dolore e la loro esperienza d’incontro con Gesù.

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