domenica 19 marzo 2023

La preghiera del Rosario

Ilaria Pedrini, un mito! Ha letto il libretto sul Rosario. È sua l’iniziativa di farlo pubblicare, e lo sta promuovendo! La sua esperienza è molto più bella del libro:

Appena ho visto il titolo un tuffo al cuore: eureka! Da tanto tempo ero scontenta del mio modo di recitare il Rosario: una pratica bella e già presente nella mia vita fin da bambina, che tuttavia ultimamente mi lasciava scontenta senza che riuscissi a capirne il perché.

Padre Fabio sembrava rispondere alla mia domanda, benché non ne avessi ancora mai fatto cenno ad alcuno. “Basta fermarsi alla prima metà dell'Ave Maria, alla parola Gesù". Così sembrava dirmi, suggerendo di non continuare con la seconda parte (che mi rattrista) ma di “restare in Gesù”, concentrata in una delle definizioni di Lui contenute nella Scrittura.

Padre Fabio nel libro ne suggerisce una per ogni Ave Maria dei 4 misteri del Rosario, ossia 200, anzi, 250, perché egli ha aggiunto un’altra meravigliosa invenzione: i Misteri della Resurrezione. E tuttavia non limita le possibili definizioni a quelle 250 ma osserva che, una volta appreso “il modo nuovo”, la lode a Gesù diventa spontanea e creativa.

Il Rosario, preghiera mariana, comincia con un saluto a Lei e poi … via, per la tangente, verso di Lui. Ogni Ave Maria così è nuova, è uno sguardo nuovo su Gesù. L'uovo di Colombo? Non so che dire. So che ho provato a seguire questo “modo nuovo" e – per me – è ormai questa la normalità del Rosario. Ha cambiato in meglio la mia preghiera, molto in meglio.

Entusiasta, ho cominciato a parlarne con gli amici e ho trovato curiosità, interesse e stupore. Soprattutto tra gli amici di altre fedi e di altre confessioni cristiane.

Anche gli amici musulmani infatti sgranano il loro “misbaha”, il filo di 99 “perle di preghiera” che li aiuta a lodare Allah con la recita dei suoi 99 nomi.

Anche gli amici buddisti o induisti sgranano il loro "mala" che li accompagna nella recita dei mantra, che li eleva e li rilassa, portando nell’animo la pace.

E gli ebrei capiscono una simile preghiera contemplativa perché è della tradizione rabbinica l’invito che Luca mette anche sulle labbra di Gesù, ossia l’invito a “pregare sempre” e a “pregare senza stancarsi” (Lc 18,1 e 21,36).

Senza dire che il Rosario, pregato così, può avere una grande valenza ecumenica: è del “pellegrino russo” della tradizione ortodossa il sogno di non smettere mai di invocare il Signore, mentre si è occupati - laicamente - nelle faccende di ogni giorno! Ed è delle sensibilità della riforma un rapporto con Maria che non la separa dall’unicità del Figlio.

Auguro a tanti queste scoperte e chissà quali altre ancora!

Un grazie enorme a Padre Fabio.

Per mezzo suo il Carisma degli Oblati di Maria Immacolata, donato per primo a Eugene de Mazenod molti anni fa, oggi ci procura un meraviglioso regalo: un Rosario che è tutto e solo “parola di Dio”, un rapporto con Maria che ci proietta nella speranza dell’immedesimazione con Lei, Immacolata.

Per l’ordinazione, 8 euro:

https://editrice.effata.it/landing_page/pregare-il-rosario-in-modo-nuovo-preordina/

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