lunedì 6 marzo 2023

Luminosa, un vangelo vivo


7 marzo. Anniversario della morte di Margherita Bavosi, Luminosa. Era il 1985.

Giorni fa mi telefonano dalla Spagna: “Puoi dare la tua testimonianza su Luminosa in occasione della celebrazione del suo anniversario? Faremo un collegamento video con te…”. Cosa posso dire? Sì, nell’ultimo periodo andavo molto spesso a celebrare la Messa da lei, nella stanza dove era ricoverata, ma tutto si svolgeva velocemente perché non sosteneva visite prolungate. Anche quando la confessavo tutto era molto essenziale. Specialmente negli ultimi giorni mi pareva particolarmente sofferente. Mi sembrava di intuire che stesse vivendo una prova aggravata anche dalle sue durissime condizioni di salute che peggioravano ogni giorno, ma non oserei dirlo, perché quelli che a lei erano più vicini ripetevano che era serenissima. Aveva detto e ripeteva, infatti, che avrebbe voluto vivere la sua malattia “continuando a giocare”.

Il giorno della morte Chiara, che in quel periodo era in Svizzera, annota nel diario: «È partita Luminosa alle 4.40. (…) È bellissima, dicono. (…) Ora quella voce così forte e decisa non parla. Ma parlerà la sua vita. Ho scritto a tutti di cantare il Magnificat. (…) Ha continuato a “giocare” e cioè a vivere come non fosse nulla. Dimentica del suo futuro. Così l’ha potuto affrontare bene. (…) Forse ci ha insegnato a morire: continuare a giocare. (…) Inizieremo la causa di beatificazione».

Qualche giorno dopo, sempre nel diario: «13 marzo 1985. Devo convincermi che ciò che importa è “giocare” in qualsiasi situazione. E ciò per esser nel soprannaturale, superar tutte le situazioni. Qui è la virtù eroica che Luminosa ha dimostrato e vissuto».

Ma io… ricordo solo quel volto addolorato… Quasi rivivesse gli ultimi momenti di Gesù in croce, con quella stessa drammaticità e intensità. Se d’altra parte non fosse stato così, dove starebbe l’eroicità di cui parla Chiara? Quel “continuare a giocare in qualsiasi situazione”, suppone una “situazione” speciale da superare, “superar tutte le situazioni”, forse un dolore immane, simile a quello di Gesù. Altrimenti dov’è il “gioco”?

Questo era il ricordo che mi portavo dentro di Luminosa. Non avrei quindi potuto dare nessuna testimonianza. Mi dispiace.

Finché mi giunge una nota scritta da una persona che era lì presente il giorno della morte: «Giovedì 7 marzo 1985. [Luminosa] È entrata in coma alle 2,30, poi in coma profondo e così quindi si è addormentata senza svegliarsi. Padre Fabio celebra la Messa: “Voglio dire solo una cosa, sono stati cinque mesi che ho avuto la possibilità di celebrare la Messa quasi tutti i giorni con Luminosa, come oggi, che lo faccio per l’ultima volta. Ogni giorno che leggevo il Vangelo davanti a Luminosa, ho sentito come mai che il Vangelo è vero, che ogni pagina è amore. Ringrazio voi, dal momento che (qui) non c’è Chiara, di averci dato Luminosa».

Leggere queste righe è stata per me come una vampata che ha riacceso una memoria sopita: non si era cancellata, solo stava nascosta. Adesso ricordo benissimo quella straordinaria esperienza. Quando durante la Messa leggevo il Vangelo, ma anche quando si leggeva la prima lettura, avvertivo vive tutte quelle parole della Scrittura, come si stessero attualizzando in quel momento, come se Luminosa le vivesse ad una ad una, e noi con lei. Avrei potuto ripetere, con la Lettera agli Ebrei: «la parola di Dio è viva, efficace» (4, 12).

Adesso mi piace ricordarla così, Luminosa, come un vangelo vivo, che mi invita a vivere il Vangelo.

2 commenti:

  1. Grazie Padre Fabio. Bellissimo e aiuta ciascuno a vivere così

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  2. Grazie P. Fabio! Molto importante la sua testimonianza, saper che la santit

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