lunedì 1 maggio 2017

Mario Borzaga: la festa


La festa è cominciata già sabato mattina, 29 aprile, appena saliti in treno a Roma, quando troviamo le prime persone dal Sud Italia in viaggio verso Trento. Nel pomeriggio, per le strade della città, altri incontri, altri amici. Ci siamo dati appuntamento per celebrare i nostri martiri del Laos, soprattutto padre Mario, trentino, e il suo catechista Paolo. A sera, per la veglia di preghiera, siamo presenti in 400 della famiglia oblata provenienti da tutta Italia, da Palermo, Messina, fin su ad Aosta e Trieste, passando per la Sardegna, Napoli, Firenze… Non manca nessuno! Questa volta la partecipazione non è stata organizzato, ma la voce è passata di bocca in bocca ed eccoci di nuovo insieme.
Con un gruppetto di amici visito la casa di Mario; Lucia ci racconta del fratello, di quanto era ancora un bambino, dei primi mesi difficili, di quando l’accompagnava ogni giorno all’asilo, di quanto appena undicenne partì per il seminario... È lei che ha custodite le memorie, trascritto i diari, lavorato per la nascita dell’associazione “Amici di Padre Mario”… Il pianoforte di Mario è ancora lì in casa, ormai silenzioso come una reliquia. Il suo crocifisso oblato già pronto, in una teca, per essere consegnato al vescovo così che domani possa esporlo in cattedrale.

Domenica mattina, 30 aprile, il momento più intenso dell’intera celebrazione: le testimonianze dei compagni di padre Mario Borzaga, tra episodi ilari e commoventi. Mons. Staccioli, padre Gigi Sion, la sorella, i compagni di seminario ci restituiscono un Mario pieno di umanità, poeta e musicista, contemplativo e mistico. Ai racconti si alternano letture del diario, video con interviste, immagini strappate alla storia. Infine la testimonianza dei Hmong, una cinquantina, venuti dalla Francia con i loro costumi tradizionali. Tra loro il primo battezzato da padre Mario; alcuni lo hanno conosciuto personalmente, altri attraverso i racconti dei genitori… Sono il frutto più bello del martirio di padre Mario.

Nel primo pomeriggio messa solenne nel duomo, gremito all’inverosimile. Sono presenti tutti i sacerdoti della diocesi, oltre a una trentina di Oblati. Mario è stato battezzato, in duomo, dove ha ricevuto la prima comunione, ha celebrato la prima messa. La diocesi oggi lo riconosce come un figlio della propria terra.
Più tardi lo spettacolo teatrale e musicale che ne rievoca la vita e l’intensa spiritualità. Ci commuove. Soprattutto l’epilogo, con la notte oscura dell’anima, la morte tragica condivisa dal catechista, il grido senza parole che conclude la sua vita, lo stesso “alto grido” con il quale muore Gesù sulla croce.


Nessun commento:

Posta un commento