domenica 30 aprile 2017

L'anno che non caddero le foglie


L’anno che non caddero le foglie
“Il vento è così, non ci può far niente: essendo vento, gira ovunque e vede ogni cosa. Soffia intorno, ci avvolge, ci sospinge. È il testimone di tutte le nostre azioni, e a volte anche il motore. Purtroppo noi, il più delle volte, lo riteniamo solo un fastidio, qualcosa che ci fa venire mal di testa. Oggi c’è vento, diciamo, meglio non uscire. Che sbaglio! Dovremmo corrergli incontro, e prendercelo in pieno addosso; dovremmo metterci nel bel mezzo di dove soffia e farci travolgere, portar via, scompigliare i pensieri, rivoltar la testa. Dovremmo lasciargli fare il suo lavoro, che è quello di cambiarci la vita”.
Il vento parla e soprattutto vede, ascolta… Un po’ ce lo immaginiamo.
Più difficile immaginarsi cosa fanno le foglie. Anche loro sembra siano particolarmente chiacchierine. “D’altronde, che altro possono mai fare le foglie? Non hanno mani, non hanno piedi; non possono abbracciarsi né scambiarsi doni; non possono farsi una cenetta né guardarsi un film; non possono andar lontano, e nemmeno tornar vicine. Sono come barche per sempre ancorate a un molo. Non partiranno mai e non torneranno mai. Hanno solo le parole, le foglie: per questo si parlano molto”.

Così almeno si rassicura Paola Mastrocola nel libro che ho appena letto, d’un fiato: L’anno che non caddero le foglie. Lei sembra intendersene, visto che nel libro precedente, Una barca nel bosco, gli alberi gradualmente invadono la casa del protagonista e diventano loro i protagonisti.
È una favola meravigliosa con alberi e foglie, scoiattoli e volti, un gufo e un tarlo, il vento e la pioggia… tutti che dialogano tra di loro.
È soprattutto una storia meravigliosa d’amore, o meglio di amori che si incrociano, quello festoso e dichiarato tra Lina (foglioLina) e Ippi (foglia di ippocastano) e quello timidissimo e nascosto tra Squirri (scoiattolo) e Volto (volpe), che maturano fino alla pienezza del dono di sé, pronti a morire perché l’amore dell’altro viva.
Una favola che fa riflettere sulla natura e sugli umani interrogativi.


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