sabato 1 aprile 2017

Non c’è amore senza pianto


Gesù (…) si commosse profondamente [per la morte di Lazzaro] e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto… Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro. (Gv 11, 1-45)

Dio è amante della vita, vita della nostra vita, non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Per questo Gesù piange quando una vita muore, anche se sa che è per una vita più vera. Egli stesso dona la tua vita e sa che il chicco di grano deve morire per portare frutto e moltiplicare la vita. Questo non toglie il dolore del distacco e della morte, anche di una foglia che cade, di un riccio schiacciato al margine della strada.
Gesù piangi di un pianto convulso, con singhiozzi che gli schiantano il petto. Piange come piangiamo noi, piange perché ama d’amore vero, sincero, con il cuore. Un anticipo di quel turbamento e di quell’angoscia che proverà lui stesso davanti alla sua morte. Non c’è amore senza pianto.
Come è uomo Gesù, egli che è vero Dio! Allora, ama veramente! Piange l’amico Lazzaro perché amico: lo ama veramente.

Nell’ultima cena ha detto che non ci chiamerà più servi ma amici. Mi considera dunque amico. Piangerà anche su di me, alla mia morte? Sarà il segno che gli sono caro. Un Dio che piange per me! Non so se altri mi piangeranno. So che egli mi piangerà come nessun altro, perché mi ama come nessun altro: «Guarda come lo amava!».


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