giovedì 18 giugno 2015

Pasquale Foresi: La vocazione, uno sguardo d’amore di Dio / 4

“Grazie per ciò che stai pubblicando ogni giorno sul tuo blog su don Foresi.
Queste perle di alta spiritualità non si possono lasciare inosservate.

"Gracias, Fabio. Veo al Foresi vivo por medio tuyo. Sigue con este maravilloso blog. Rodrigo Ortiz ofm en Medellín"

Questi messaggi, arrivatomi stamane, mi incoraggiano a pubblicare ancora un paio di post sull’argomento, partendo dal capitolo del libro intitolato “La chiamata a seguire Gesù”, dove viene sviluppata la dimensione di reciprocità tra la persona e Dio.

La vocazione, definita come «uno sguardo d’amore di Dio» (p. 65), è infatti «una chiamata personale fra Gesù e un’anima». Foresi, sapendo che comunemente si parla di vocazione alla vita religiosa o al sacerdozio, tiene qui a precisare che la vocazione «non è una chiamata fra un’organizzazione e l’anima». Indirizzandosi in particolare a giovani focolarini non ha paura a dire loro: «Se avete veramente la vocazione al focolare, voi non avete la vocazione al focolare, ma la vocazione a Gesù» (p. 72). Potremmo continuare a declinare: non è una vocazione al sacerdozio, a tale istituto religioso, ma anche al matrimonio… La vocazione è l’invito a seguire Gesù: si segue lui non una istituzione.

Anche qui, come quando aveva parlato dell’amore di Dio, don Foresi accenna alla reciprocità: «Gesù nella vocazione vuole l’adesione volontaria e personale di ciascuno» (79). Il rapporto è sempre intero personale. A un Dio che si dà tutto non si può rispondere con meno di tutto.

A questo punto il libro indulge a una descrizione della reciprocità d’amore che raggiunge tratti di profondo lirismo: «Pensate all’intreccio di amore e di volontà divina e umana che avviene con la vocazione: essa dura per tutta l’eternità, perché Dio è l’eternità e quindi è un amore continuato e profondo che vivrà nei secoli». Si conseguenza la vocazione «è un’adesione che deve durare tutta la vita, è un sì continuo che si deve dire a Dio mentre Dio lo ripete per tutta l’eternità» (p. 70).

La vocazione di don Foresi è davvero ormai fissa nell'eternità! Il funerale oggi è stato un momento di contemplazione.


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