domenica 19 gennaio 2025

Una foto che mette gioia

Già, il blog! E stasera cosa ci raccontiamo? Ci sono i miei 25 lettori che presto daranno una sbirciatina per vedere cosa mi sono inventato questa volta.

Non vale la pena raccontare che questa mattina ho corretto il capitolo 7 del mio libro sul cammino della vita consacrata oggi. Anche se mi piace l'inizio, dove scrivo sul suo “per”, che rispecchia quello di Gesù:

«La vita di Gesù è donazione, “per”: il suo corpo è dato “per” noi, il suo sangue versato “per” noi (cf. Lc 22, 19-20). Egli è il buon pastore che dà la vita “per” le sue pecore (cf. Gv 10, 11)… Per, πρ, la finalità è chiara: egli non vive per sé stesso ma per coloro ai quali è stato mandato, "per noi uomini e per la nostra salvezza", come recitiamo nel Credo.

La vita consacrata, proprio perché sequela di Gesù, è nata per stare come lui “davanti a Dio” e a spendersi come lui “per il mondo”, come ricorda il titolo di uno dei più bei libri ad essa dedicata dopo il Concilio. La sua storia lo conferma».

Potrei raccontare dell’incontro di oggi pomeriggio con la “comunità locale”, un tuffo nell’unità, ma come si fa a raccontarlo? Oppure, a proposito dell’unità, potrei trascrivere la risposta che ho appena preparato a una domanda sulla destinazione ecclesiale del carisma dell’unità che mi è stata rivolta dopo la mia lezione dell’UPM…

No, dato che oggi è stata una giornata piovosa, meglio mettere una bella foto piena di sole, che ho scattato venerdì mattina uscendo dal Dicastero della vita consacrata, con gli allevatori radunati in piazza san Pietro per il loro giubileo in occasione della festa di sant’Antonio Abate. Una foto che mette gioia.


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