Già, il blog! E
stasera cosa ci raccontiamo? Ci sono i miei 25 lettori che presto daranno una
sbirciatina per vedere cosa mi sono inventato questa volta.
Non vale la pena raccontare
che questa mattina ho corretto il capitolo 7 del mio libro sul cammino della vita consacrata
oggi. Anche se mi piace l'inizio, dove scrivo sul suo “per”, che rispecchia quello
di Gesù:
«La vita di Gesù è
donazione, “per”: il suo corpo è dato “per” noi, il suo sangue versato “per”
noi (cf. Lc 22, 19-20). Egli è il buon pastore che dà la vita “per” le sue
pecore (cf. Gv 10, 11)… Per, ὑπὲρ, la finalità è chiara: egli non vive per sé
stesso ma per coloro ai quali è stato mandato, "per noi uomini e per la nostra
salvezza", come recitiamo nel Credo.
La vita consacrata,
proprio perché sequela di Gesù, è nata per stare come lui “davanti a Dio” e a
spendersi come lui “per il mondo”, come ricorda il titolo di uno dei più bei
libri ad essa dedicata dopo il Concilio.
La sua storia lo conferma».
Potrei raccontare
dell’incontro di oggi pomeriggio con la “comunità locale”, un tuffo nell’unità, ma come si fa a
raccontarlo? Oppure, a proposito dell’unità, potrei trascrivere la risposta che
ho appena preparato a una domanda sulla destinazione ecclesiale del carisma dell’unità
che mi è stata rivolta dopo la mia lezione dell’UPM…
No, dato che oggi è stata una giornata piovosa, meglio mettere una bella foto piena di sole, che ho scattato venerdì mattina uscendo dal Dicastero della vita consacrata, con gli allevatori radunati in piazza san Pietro per il loro giubileo in occasione della festa di sant’Antonio Abate. Una foto che mette gioia.
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