Abbiamo chiesto a
santa Caterina de Ricci di spiegarci il segreto della santità.
In concreto le
suore si faranno sante facendo le suore, osservando quello che la regola chiede
loro, ma «allegramente e volentieri», anche quando le osservanze «son faticose
ed è com’il martirio». Mentre i laici devono farsi santi stando nel mondo,
compiendo i loro doveri «con quiete di mente, con dirizzare tutte le loro
operatione a lui [a Dio] et – secondo che può capacitare la fragilità humana –
hunirsi a lui, ma allegramente».
L’importante è che
nel compiere il volere di Dio «siate allegro e tegniate el vostro quore pieno
di Jesù, nel quale guardarvi che non vi entri manichonia né accidia, che non
potrebbe starvi Jesù, - ché lui non vi vuole questi ornamenti, ma si bene di
pace, di quiete e di uniformità al voler suo». Il frutto? La gioia! «Chi ama
Giesù con tutto il cuore, ogni cosa è dolce e suave».
Nella basilica della santa abbiamo percorso l’arco di mille anni di santità a Prato, fermandoci in particolare su di lei, “la santa di Prato”. Ci siamo poi inoltrati nel suo monastero con la guida della priora delle Domenicane. Tutto parla e racconta di una santità alta e insieme feriale.
È bello restare in compagnia dei santi,
ripercorrendo concretamente i luoghi della loro santità.
Una cinquantina i
partecipanti all’iniziativa: per tutti la scoperta di un sito cittadino sconosciuto, la gioia del contatto con una santità concreta, la testimonianza
di una vita gioiosa… e il desiderio di condividere ancora momenti come questo.
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