martedì 7 gennaio 2025

C’è un futuro per la vita consacrata?

Sto terminando il mio libro sulla vita consacrata. Ma c’è un futuro? c’è speranza? Sì, perché è una componente essenziale della vita della Chiesa. Essa è infatti espressione della vita carismatica della Chiesa. Non può esserci Chiesa senza carismi.

La lettera Iuvenescit Ecclesia, indirizzata ai Vescovi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, del 15 maggio 2016, Solennità di Pentecoste, lo ha chiaramente ribadito, qualora ce ne fosse ancora bisogno. Riconosce «una convergenza del recente Magistero ecclesiale sulla coessenzialità tra doni gerarchici e carismatici» (n. 10), e prende atto che «la relazione tra i doni carismatici e la struttura sacramentale ecclesiale conferma la coessenzialità tra doni gerarchici - di per sé stabili, permanenti ed irrevocabili – e doni carismatici».

Lo aveva già ricordato Giovanni Paolo II nella Pentecoste del 1998, quando aveva convocato a Roma i membri dei Movimenti ecclesiali, quasi volendo “dare casa” nella Chiesa alle nuove espressioni carismatiche. In quella occasione impiegò una parola che per tanti suonò ardita: “co-essenziale”: «Più volte ho avuto modo di sottolineare come nella Chiesa non ci sia contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica, di cui i Movimenti sono un’espressione significativa. Ambedue sono co-essenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù, perché concorrono insieme a rendere presente il mistero di Cristo e la sua opera salvifica nel mondo». Il riferimento era ai Movimenti ecclesiali, ma il Papa aveva davanti l’intera realtà carismatica di cui essi erano l’ultima espressione. L’Osservatore Romano trovò l’espressione talmente nuova che cercò di attenuarla con un “quasi co-essenziale”. Eppure il Papa l’aveva già impiegata in precedenza, parlando al secondo congresso internazionale dei Movimenti tenutosi a Rocca di Papa nel 1987: «Nella Chiesa, tanto l’aspetto istituzionale, quanto quello carismatico, tanto la gerarchia quanto le associazioni e movimenti di fedeli, sono coessenziali e concorrono alla vita, al rinnovamento, alla santificazione…».

È l’esplicitazione di quanto già affermato da Concilio Vaticano II, che abbandonava lo schema carisma/istituzione come due vie diverse, mettendo in luce l’unica sorgente che è lo Spirito Santo dal quale provengono come doni suoi sia quelli gerarchici che quelli carismatici; egli ne è l’origine e in lui ambedue hanno il medesimo fine: la crescita e la comunicazione universale del dono di Dio all’umanità in Cristo Gesù. Non possono più essere considerati se non congiuntamente: «Lo Spirito introduce la Chiesa nella pienezza della verità (cfr. Gv 16,13), la unifica nella comunione e nel ministero, la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti (cfr. Ef 4,11-12; 1 Cor 12,4; Gal 5,22). Con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo» (Lumen gentium, 4).

Giovanni Paolo II lo ricorda quanto afferma il Concilio, che «lo stato di vita religiosa “costituito dalla professione dei consigli evangelici, pur non concernendo la struttura gerarchica della Chiesa, appartiene tuttavia indiscutibilmente alla sua vita e alla sua santità” (Ivi, 44)». Poi commenta l’avverbio “indiscutibilmente”: esso «significa che tutte le scosse che possono agitare la vita della Chiesa non potranno eliminare la vita consacrata, caratterizzata dalla professione dei consigli evangelici. Questo stato di vita rimarrà sempre come elemento essenziale della santità della Chiesa. Secondo il Concilio, questa è una verità “inconcussa”» (Udienza generale, Mercoledì, 28 settembre 1994).

Le manifestazioni storiche del carisma possono cambiare, ordini e istituti possono morire e altri nascere, ma la vita consacrata, espressione carismatica della Chiesa, non mancherà mai ad essa, è opera dello Spirito, dono del Signore Risorto, il “fondatore” della Chiesa, che così l’ha voluta. Cosa sarebbe la Chiesa senza Benedetto, Domenico, Francesco, Teresa d’Avila, Ignazio, Vincenzo de Paoli, Giovanni Bosco, Madre Teresa di Calcutta…?

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