Perché e da cosa
religiosi di profonda vita interiore e di indubbia identità carismatica fin
dagli anni Quaranta sono stati attirati da Chiara Lubich, dalla sua esperienza,
dal Movimento che stava nascendo attorno a lei? P. Massimei era provinciale dei
Conventuali, p. Tomasi, ultra ottantenne, era stato per due volte superiore
generale degli Stimmatini, il giovane p. Bonaventura diventerà definitore
generale dei Cappuccini, p. Beghetto provinciale della più grande provincia dei
Conventuali…
La scelta totale di
Dio, credere incondizionatamente all’amore, fare con gioia la sua volontà, la
certezza di realizzare il disegno di Dio col vivere l’attimo presente, vedere
Gesù in ogni prossimo e lo sforzo di amarlo “come” Lui, fino alla croce e all’abbandono,
confrontarsi costantemente con il Vangelo, “sine glossa”, e lasciarsi
“evangelizzare” dal vivere la Parola, davano una particolare luminosità e
concretezza alla loro consacrazione. Ciò che attirava non erano soltanto i
contenuti di una nuova spiritualità, ma anche il modo con cui venivano vissuti.
Impressionava la semplicità e insieme la radicalità di persone giovani che
apparivano intere, trasparenti, luminose. Ed erano persone laiche, un po’ una
novità per allora.
Il contatto con giovani che vivevano in questo modo la loro donazione a Dio metteva fortemente in luce gli elementi fondamentali della consacrazione religiosa e operava una trasformazione della vita: un nuovo rapporto con Dio, unico tutto, al quale consacrare mente, cuore, attività; un nuovo rapporto con il fondatore e la Famiglia religiosa.
Ma soprattutto, a
contatto con l’Opera di Maria veniva in rilievo l’amore scambievole, l’essere
un cuore solo e un’anima sola, la realtà di “Gesù in mezzo” a persone unite nel
suo nome, l’unità. Da qui non solo un impegno maggiore a vivere e promuovere la
comunione all’interno delle comunità, ma, ed era una cosa nuova, tra religiosi
di differenti Ordini e Istituti.
È il tema che
oggi ho trattato con un gruppo di religiosi al Centro internazionale di
spiritualità “Claritas” a Loppiano…