mercoledì 17 agosto 2022

La lingua del Paradiso


“Per venire in Francia ho dovuto imparare il francese. E se voi volete venire in Italia che lingua dovete imparare?”. Si alzano molte manine: “L’italiano”. “E in Inghilterra che lingua si parla?”. Le mani sono meno: “L’inglese”. “E quel è la lingua della Germania?”. Una manina sola: “Il tedesco”. “E qual è la lingua del Paradiso?”. Non si alza nessuna mano e tutti i bambini mi guardano interrogativi. “Oggi cominciamo le Vacanze in Paradiso: per entrare in Paradiso occorre conoscere la lingua del Paradiso. Qual è la lingua del Paradiso?”. Silenzio. “Ma è la lingua dell’amore! Per entrare in Paradiso occorre amare”. Comincio così il mio dialogo con i 30 bambini che mi circondano.

Anche l’anno scorso ero qui con loro, a Saint-Pierre, sul Massiccio della Certosa, la Grande Certosa. Che dono poter stare con queste famiglie giovani, che hanno tutte dai tre ai sei bambini, inusuale qui in Francia, ma anche nel resto d’Europa.

“E chi ci insegna la lingua del Paradiso? Gesù, perché lui viene dal Paradiso e quindi parla quella lingua”. Così parlo del Vangelo che ci insegna come ha vissuto Gesù e cosa ha detto Gesù. Perché lui insegna non soltanto con le parole, ma anche con le azioni. Così faccio vedere tante illustrazioni con i miracoli di Gesù, tutte azioni che mostrano la lingua del Paradiso: sono espressione del suo amore per le persone che incontrava…

Poi il mio incontro si trasforma in atelier, giochi, passeggiate… dove i genitori sono pienamente coinvolti. Che giornata piena e che gioia!

Pare scritto proprio per i bambini il Vangelo. Gesù parlava con parole semplici, con parabole tratte dalla vita di ogni giorno. Forse proprio per questo il suo dire aveva un fascino tanto particolare.

Nei suoi discorsi ci sono fatti e persone della vita quotidiana: bambini che giocano sulle piazze, feste di nozze, costruttori di case e di torri, braccianti e fittavoli, prostitute e amministratori corrotti, portieri e servi, casalinghe e padri premurosi, figli difficili e fratelli litigiosi, debitori e creditori, ricchi egoisti e poveri ridotti alla fame, magistrati inerti e vedove indifese, viandanti e briganti, pastori, vignaioli, pescatori... Ci sono monete, tesori nascosti, mense imbandite...

La natura si muove nelle sue parole con tutti i suoi eventi: il sole che sorge, i venti e le tempeste... Vi sono anche piante di ogni specie: canne, fichi, frumento, gelsi, gigli, olivi, palme, rovi, senape, sicomori, viti, zizzania... Non mancano gli animali: agnelli e lupi, asini e cammelli, buoi e tori, cani e capretti, cetacei e pesci, colombe e corvi, galline, galli e pulcini, moscerini e tarli, vermi e passeri, porci e volpi, scorpioni, serpenti e vipere...

Attraverso le sue parole così “umane”, Gesù mostrava tutto il realismo dell’incarnazione. È entrato veramente nella nostra vita, in questo nostro mondo. L’ha guardato con amore e ha saputo trovarvi fatti e parole con cui parlare di Cielo. Parlava perché amava la sua gente. Era il suo modo di donarsi.




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