mercoledì 31 agosto 2022

Effimero

Passa in un soffio e non ne resta più niente: effimero, letteralmente epì emera, per un giorno. O anche meno, come quando a sera compri una rosa per strada dall’ambulante petulante: basta un’ora ed è già appassita. Niente di grave, sono soltanto due euro buttati. Ma quanti investimenti ben più ingenti si mostrano effimeri: rapporti costruiti su scelte sbagliate, inseguimento di una carriera che sacrifica la vita familiare, bramosia di beni che lasciano solo una manciata di foglie secche.

Spesso la verità la fanno gli eventi esterni: un’inondazione, un terremoto, un bombardamento, i ladri… in un istante privano di cose che pensavamo eterne e che ora appaiono per quello che sono: inconsistenti, effimere, d’un momento. Sembra di udire l’eco della voce di Gesù: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?” (Luca 12, 20). È sapiente chi sa “distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile…” – leggiamo nel libro di Geremia (15, 19) – e investe la sua vita su ciò che solo resta.

Per il “sapiente” allora anche l’effimero può caricarsi di significato. Se invece di comprare la rosa per togliermi di torno l’immigrato che la offre, lo guardo negli occhi, ne percepisco il disagio, e gli offro i due euro con un sorriso di gratitudine, la rosa appassisce ugualmente, ma quel gesto di comprensione solidale rimane. E se la sorte gli rapisce i beni accumulati – rivelandoli per quello che sono, effimeri – il sapiente avverte l’invito a liberare il cuore e a puntalo su ciò che solo vale e rimane. Resta l’amore, quello che insapora in ogni rapporto, che rimane anche al di là della morte della persona amata; quello che presiede la creazione di ogni opera, che rimane anche al di là della sua distruzione. L’amore rende tutto prezioso, redime dalla contingenza – “per un giorno” – e fissa per l’eternità.

 

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