giovedì 25 agosto 2022

Antonio segreto

 

«La nostra anima è un terreno sul quale bisogna stare sempre occupati, perché è nel torpore della pigrizia e dell’abulia che crescono le spine pungenti dei cattivi pensieri. Dobbiamo gettare il seme della parola “divina”, piantare gli alberi delle virtù, produrre tinte e profumi cercando di imitare il comportamento dei santi… e la fatica non ci deve spaventare perché sulle sublimi altezze ci si arriva piano piano, passo dopo passo, poiché nessuno diventa perfetto in un attimo… tenendo sempre ben presente che l’umiltà è la base di ogni ascesa, e madre di tutte le virtù… perché l’umiltà fa conoscere all’uomo se stesso e Dio».

È uno dei tanti testi dai Sermoni di sant’Antonio da Padova che impreziosiscono il romanzo storico della sua vita che sto leggendo in questo periodo: Antonio segreto. La forza di un uomo, di Nicola Vegro. Un libro che fa entrare con vivacità e fantasia nel tempo, nei personaggi, nelle situazioni. Mi piace rilevare le piccole incongruenze, come quando Antonio cita la Scrittura con i versetti, introdotti solo tre secoli più tardi, o quando, dettando, chiede agli studenti di mettere la virgola, ancora assente nella punteggiatura di allora. Ma è appunto un romanzo, e con la fantasia del romanzo fa rivivere un mondo lontano e lo rende attuale. Più che la figura di Antonio viene in luce il suo tempo e questo dà al santo una forte aderenza e insieme una grande profezia. È quello che tutti vorremmo vivere, ben piantati nel nostro mondo e protesi verso quello futuro, trascinando con noi quello nel quale siamo radicati.





 

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