Con
la luce limpida del primo pomeriggio è sempre bello alzarsi in volo e vedere i
Castelli illuminati dal sole: Rocca di Papa, Castelgandolfo e lassù sul ciglio
del lago la casa dove ho abitato per anni.
Ancora
in volo, ancora un altro viaggio.
All’aeroporto
di Barajas, a Madrid, mi attendono per accompagnarmi subito al cimitero dei
martiri, poco distante. Già dalla pista d’atterraggio si vedeva la collina con
disegnata la grande croce bianca. Ai suoi piedi il cimitero, sorto sulle fosse
comuni dove hanno interrato miglia e miglia di persone torturate, seviziata,
mutilate, uccise. Tra di loro i 22 martiri Oblati, o almeno la maggior parte di
essi; di altri non si sa dove li hanno seppelliti, se li hanno seppelliti.
Chissà
che crimini avevano commesso quei giovani studenti di teologia, chissà quale
grande minaccia costituivano per la società, per essere eliminati in maniera
così barbara. Fosse almeno servito a insegnarci qualcosa. Gli stessi eccidi
continuano oggi come allora.
Non
poteva iniziare nel modo migliore il mio viaggio-pellegrinaggio ai martiri
oblati di Spagna. Sabato e domenica terremo il convegno su loro e li
ricorderemo uno per uno, perché non sono i 22 martiri Oblati, sono 22 persone,
con nome e cognome, con un volto, una storia, una famiglia. Durante il convegno
andremo davanti al piccolo monumento che li ricorda e leggeremo, uno per uno, i
nomi che lì sono scritti e ad ogni nome un rintocco di campana.
La
casa degli Oblati a Pozuelo, dove hanno vissuto i martiri, è una costruzione un
po’ bizzarra, una villa costruita da una certa marchesa e venduta agli Oblati
nel 1929. Allora era solitaria in mezzo alla campagna, tra la stazione
ferroviaria e il paese. Oggi si ritrova in mezzo ad un quartiere giardino, una
zona residenziale di appartamenti e villette signorili, che gravita su Madrid.
La città, a un quarto d’ora di macchina, si vede dall’alto della collina con i
suoi quattro grattacieli.
Venni
qui quattro anni fa ed ebbi tempo di assimilare lo spirito che qui aleggia:
Oggi,
mentre fervono gli ultimi preparativi per il convegno, appare Angel Camino,
imprevedibile come sempre, uomo con un cuore grande come il mondo, e mi rapisce
per farmi vedere Madrid… in due ore! Un’ora su e già con la macchina lungo i
grandi viali per mostrarmi i palazzi (mi accorgo che non ci sono i cassonetti,
che la città è pulitissima, le aiole rasate alla perfezione, nessuna erbaccia
lungo i marciapiedi; sai, venendo da una certa città non si può non restare
meravigliati nel vedere queste cose…), un’ora per visitare la cattedrale e la
cripta, e ammirare di fronte il palazzo reale, monumenti mozzafiato. Per questa
volta è tutta la mia Madrid. Nonostante i vari viaggi in Spagna, non ho mai
veramente visitato.
Ma Madrid:
è Angel! La prima volta mi accolse nel 1989. Sono passati già 30 anni? Ma ci
conoscevamo già da tanto prima. Oggi ho sentito a telefono anche Manolo
Morales, Leandro Fanlo, Josè Damian Gaitan, Victoria Gomez, Angela… e qualcuno verrà a trovarmi. La mia Spagna è questa!
Che gioia
andare in ogni Paese e avere chi ti aspetta, qualcuno di casa… Ovunque vai sei
sempre a casa!
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