Hanno accompagnato il superiore generale p. Louis e il
suo consiglio Enzo David, membro dell’AMMI, e Ileana Chinnici, Presidente dell'Istituto Secolare delle COMI.
«Abbiamo percorso per ore le vie di Palermo, scoprendo i luoghi
dove aveva vissuto Eugenio, i palazzi delle
grandi famiglie da lui frequentate e le chiese dove si fermava a pregare. L’abbiamo accompagnato nel cammino tipico di un
giovane della nobiltà.
Ci siamo fermati in vari posti per poter leggere estratti
di lettere e memorie. Abbiamo potuto riscoprire
vari aspetti della personalità di Eugenio e rivivere alcune delle esperienze del soggiorno a Palermo, che
lo hanno sicuramente segnato nella vita e
nel futuro carisma oblato.
Abbiamo visitato il quartiere dei conciatori di pelli, dove
ha vissuto per un breve periodo. Incontrava
gli operai per la strada, li vedeva conciare le pelli nel fiume e lavorare nei negozietti, venendo a conoscenza
di sofferenze e angosce…».
La nuova sede persegue due obiettivi: l’impegno tra migranti
e rifugiati, svolto assieme ai laici associati, i giovani che vivono il carisma oblato e le COMI; il contatto con poveri provenienti da ogni parte del mondo.
«Il 27 gennaio – scrive il padre generale – la chiesa era
piena di gente, con tutte le sfumature del colore della pelle, che celebrava in
molte lingue l'Eucaristia, ciascuna apportando
qualcosa di bello dalla propria cultura, preghiere, canti o danze. Abbiamo visto i nuovi volti dei poveri e incontrato Cristo
nei migranti e nei rifugiati: una meravigliosa
celebrazione della comunione».
Auguri alla nuova comunità: sant’Eugenio è vivo! A Palermo
come nel mondo intero…
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