lunedì 4 aprile 2016

Aix come Nazareth: Il Verbo continua a farsi carne


La festa dell’Annunciazione riporta alla memoria Nazareth. Come non ricordare la piccola casa di Maria, appena una grotta, inglobata nella grande basilica? Lì, nel suo grembo, il Verbo si fece carne.
Celebrare la festa dell’annunciazione ad Aix mi fa sentire nella Nazareth dei Missionari Oblati; anche qui il Verbo si è fatto carne nel cuore di sant’Eugenio.
Se i carismi sono Vangelo che si fa storia, la Vergine Maria è la carismatica per eccellenza: in lei la Parola prende carne, si fa uomo, si fa storia. L’annuncio dell’angelo è per lei un intervento del tutto inatteso. Perché Dio l’ha scelta tra tutte le figlie di Israele? Perché lo Spirito creatore scende proprio su di lei e l’Altissimo l’adombra con la nube della sua presenza? Per puro dono, per pura grazia. Non c’è un perché all’amore.
Qualcosa di analogo avviene per sant’Eugenio de Mazenod. Si sente mosso da “una forte spinta che viene da fuori di me”, da una chiamata a cui non può non rispondere. È lo Spirito che gli fa udire un “verbo di Dio”: “Lo Spirito mi ha mandato ad annunciare il vangelo….”. Quella parola di fa carne in lui.
Come Maria, accogliendo la Parola, diventa Madre di Gesù e Madre della Chiesa, così sant’Eugenio diventa padre di una famiglia religiosa che incarna Gesù Salvatore.
Siamo una sessantina di Oblati qui ad Aix a celebrare i duecento anni della Parola che qui, ancora una volta, si è fatta carne. Non si tratta soltanto di una “celebrazione” del passato: Dio continua a chiamarci, ad attendere il nostro sì, perché Gesù continui a farsi carne in noi e tra di noi per poter continuare a parlare e operare nel mondo di oggi.


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