giovedì 14 aprile 2016

Nell’Eucaristia il Verbo incarnato resta con noi


Il Verbo si è fatto carne ed ha abitato in mezzo a noi (Gv 1,14). È diventato uno di noi e Lui, che è il Figlio unico di Dio, uguale e consustanziale al Padre, ha acconsentito a diventare Figlio dell’uomo (Mt 8,20), ha abitato in mezzo a noi pieno di grazia e di verità (Gv 1,14). Da Lui la natura umana è stata innalzata fino a Dio e gli uomini, uniti a Lui per la grazia, sono stati chiamati a condividere la sua gloria (…) Aveva detto ai suoi discepoli che sarebbe rimasto con loro tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli (Mt 28,20) e questa promessa l’ha realizzata non solo con l’assistenza che continuamente dà alla sua Chiesa, ma anche attraverso la sua reale presenza nei templi che si è scelto perché siano il tabernacolo di Dio con gli uomini (Ap 21,3). (…)
Nell’Eucaristia (…) rimane il giorno e la notte, mai abbandona la dimora che si è dato per rimanere con noi. Nella sua vita immortale non ha mai voluto separarsi dalla creatura umana e così abitare con lei come nel tempo della sua vita umana. Così è presente nella nostra città come nelle campagne, sotto i rivestimenti dorati come sotto i tetti di paglia, nei più ricchi templi del mondo civilizzato come nelle più povere capanne delle contrade selvagge, nei ghiacci del polo come sotto i fuochi dei tropici. Si trova dappertutto dove si trova la sua Chiesa; vuole essere dappertutto dove c’è un’anima umana da amare e da salvare. È accessibile a tutti, sempre pronto a riceverli, a intrattenersi con loro a parlargli interiormente, ad ascoltarli e a riempirli di consolazioni, di benedizioni e di ogni tipo di grazie.

Così insegnava sant’Eugenio ai fedeli della sua diocesi di Marsiglia il 21 dicembre 1859.


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