domenica 24 maggio 2015

Kinshasa


Le foto di 30 anni fa
Trent’anni fa venni per la prima volta in Congo, allora Zaire.
All’aeroporto di Fiumicino incontrai Herder Camada. Parlai un po’ con lui, lo aiutai a portare i bagagli, gli disse la mia ammirazione e la mia stima. E lui: “Quando ti lodano mi dispiace, vuol dire che non sono ancora trasparente, perché… gli uomini vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre”.
Il 21 dicembre 1986 scrivevo da Kinshasa le prime impressioni: “Oggi, domenica, la cappella era piena di gente. I canti sono bellissimo, ritmati con i tamburi e il battito delle mani. La polifonia ce l’hanno nel sangue. Tutta la gente canta con gli scolatici che, per l’occasione, hanno la loro bella veste bianca. Non si può non restare incantati davanti ad una liturgia così viva, così partecipata. Ho confessato una decina di uomini. Mi ha impressionato ascoltare la supplica accorata di questa gente che chiede il perdono e poter parlare della misericordia e dell’amore di Dio”.

Lo stesso giorno uno sguardo sulla città: “Kinshasa, per uno come me che per la prima volta mette piede in una città del terzo mondo, è una visione impressionante, sconvolgente e affascinante nello stesso tempo. Tutti i nostri criteri di città qui vanno in frantumo. 3 milioni di abitanti sono nascosti nella foresta. Non ci sono palazzi, se si eccettua quelli lungo la grande via commerciale. Sono tutte villette, case, casette arrangiate, baracche affogate nel verde dei bananeti, delle palme, dei campi coltivati a mais, arachidi, manioca. Per le strade piene di buche si va all’arrembaggio: camion stracarichi di gente, pulmini che scoppiano da tutti i lati di robe e di persone… Bancarelle ad ogni angolo, polvere, negozietti, immondizie, folla in continua transumanza… è uno spettacolo unico che mi lascia col fiato sospeso”
Ed ora eccomi di nuovo qua, per questa nuova avventura congolese...

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