domenica 22 giugno 2014

Coltivare il desiderio / 7


Una volta appagato il desiderio, occorre imparare a desiderare ancora. Il desiderio è la spinta del cuore ad andare sempre oltre, a non fermarsi alla soddisfazione raggiunta. Se Dio è infinito si può desiderarlo sempre di più, come afferma Bernardo di Chiaravalle: “La felicità di averlo trovato non estingue il desiderio santo, ma lo accresce. Forse che la pienezza del gaudio significa estinzione del desiderio? Anzi, è l’olio che lo alimenta, perché il desiderio è fiamma” (Commento al Cantico dei Cantici, 84, 1).
Il desiderio, e con esso l’amore, domanda di essere costantemente alimentato, come il fuoco, altrimenti è destinato ad affievolirsi e muore.
Diamo ancora la parola ad Agostino, l’uomo dell’inquietudine e del desiderio, l’uomo appassionato della ricerca e appagato dall’amore. Egli sa che occorre chiedere per avere e dal possesso scaturisce una nuova preghiera:
“Il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio, continua è pure la tua preghiera. L'Apostolo infatti non a caso afferma: "Pregate incessantemente" (1 Ts 5,17). S'intende forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio o prostrati o con le mani levate per obbedire al comando di pregare incessantemente? Se intendiamo così il pregare, ritengo che non possiamo farlo senza interruzione. Ma v'è un'altra preghiera, quella interiore, che è senza interruzione, ed è il desiderio. Qualunque cosa tu faccia, se desideri quel sabato (che è il riposo in Dio), non smetti mai di pregare. Se non vuoi interrompere di pregare, non cessare di desiderare. Il tuo desiderio è continuo, continua è la tua voce. Tacerai, se smetterai di amare. Tacquero coloro dei quali fu detto: "Per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà" (Mt 24,12). La freddezza dell'amore è il silenzio del cuore, l'ardore dell'amore è il grido del cuore. Se resta sempre vivo l'amore, tu gridi sempre; se gridi sempre, desideri sempre; se desideri, hai il pensiero volto alla pace”.
Anselmo d’Aosta inizia la sua grande opera rattizzando il fuoco del desiderio:
“Entra nell'intimo della tua anima, escludi tutto tranne Dio e quello che ti aiuta a cercarlo, e, richiusa la porta, cercalo. O mio cuore, di' ora con tutto tè stesso, di' ora a Dio: Cerco il tuo volto. ' II tuo volto, Signore, io cerco ' (Sal 26, 8).

Orsù dunque. Signore Dio mio, insegna al mio cuore dove e come cercarti, dove e come trovarti. Signore, se tu non sei qui, dove cercherò te assente? Se poi sei dappertutto, perché mai non ti vedo presente? Ma tu certo abiti in una luce inaccessibile. E dov'è la luce inaccessibile, o come mi accosterò a essa? Chi mi condurrà, chi mi guiderà a essa sì che in essa io possa vederti? Inoltre con quali segni, con quale volto ti cercherò? O Signore Dio mio, mai io ti vidi, non conosco il tuo volto.
Che cosa farà, o altissimo Signore, questo esule, che è così distante da te, ma che a te appartiene? Che cosa farà il tuo servo tormentato dall'amore per te e gettato lontano dal tuo volto? Anela a vederti e il tuo volto gli è troppo discosto. Desidera avvicinarti e la tua abitazione è inaccessibile. Brama trovarti e non conosce la tua dimora. Si impegna a cercarti e non conosce il tuo volto.
Signore, tu sei il mio Dio, tu sei il mio Signore e io non ti ho mai visto. Tu mi hai creato e ricreato, mi hai donato tutti i miei beni, e io ancora non ti conosco. Io sono stato creato per vederti e ancora non ho fatto ciò per cui sono stato creato.
Ma tu, Signore, fino a quando ti dimenticherai di noi, fino a quando distoglierai da noi il tuo sguardo? Quando ci guarderai e ci esaudirai? Quando illuminerai i nostri occhi e ci mostrerai la tua faccia? Quando ti restituirai a noi?
Guarda, Signore, esaudiscici, illuminaci, mostrati a noi. Ridonati a noi perché ne abbiamo bene: senza di te stiamo tanto male. Abbi pietà delle nostre fatiche, dei nostri sforzi verso di te: non valiamo nulla senza te.
Insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco: non posso cercarti se tu non mi insegni, ne trovarti
Se non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti” (Proslogion, 1).
Sì, la preghiera è forse il luogo segreto per tenere l’arco costantemente teso: “Chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto” (Lc 11, 1-13); “Mi cercherete e mi troverete, / perché mi cercherete con tutto il cuore” (Ger 29, 13).
Non a caso la Bibbia si chiude con un anelito struggente che si fa preghiera: “Vieni, Signore Gesù” (Ap 22, 20).

Termina qui la prima meditazione (Il desiderio di Dio: 1-7) che ho preparato per il ritiro di Bari.
Se c'è qualche suggerimento per migliorarla o completarla, è benvenuto.

Nessun commento:

Posta un commento