venerdì 17 gennaio 2014

Prisca, la prima santa romana

Giunto a Corinto, nel settembre dell’anno 50, per prima cosa Paolo cercò un lavoro e lo trovò nell’impresa di Aquila e Priscilla, una coppia di ebrei cristiani che avevano dovuto lasciare la loro casa sull’Aventino a Roma. L’imperatore Claudio nel 49 aveva emesso un editto di espulsione nei confronti degli ebrei “insorgevano in continuazione istigati da un certo Chrestos”, come scrive Svetonio. I due commercianti romani erano appena arrivati a Corinto e già avevano attivato la loro azienda nella quale Paolo poté esercitare il suo mestiere di tessitore di tende. Avevano portato con sé anche la figlioletta Prisca? Stesso nome della madre, che Paolo amata chiamare col diminutivo di Priscilla. Da Corinto accompagnarono l’Apostolo ad Efeso per aiutarlo nella sua missione di evangelizzazione.
Pochi anni dopo, nel 54, dopo la morte di Claudio, li ritroveremo di nuovo a Roma dove possono accogliere nuovamente l’Apostolo che vi fa il suo ingresso da prigioniero.
Le fondamenta della loro casa romana ci sono ancora, sotto la chiesa che porta il nome di santa Prisca e tradizione vuole che, prima della cacciata dalla città nel 46, la famiglia fosse stata battezzata attorno all’anno 42 da san Pietro (lo racconta anche il quadro sull'altare maggiore). La figlioletta, Prisca, aveva allora 13 anni. Gesù era morto da appena 9 anni.
La casa della coppia cristiana era diventata nel frattempo “chiesa domestica”, uno dei primi luoghi dove si ritrovava la comunità cristiana. Già ad Efeso avevano fatto della loro casa un centro di incontro, come scriveva sempre Paolo agli amici lasciati a Corinto: “Le comunità dell’Asia vi salutano. Vi salutano molto nel Signore Aquila e Prisca con la comunità che si raduna nella loro casa” (1 Cor 16,19).
Prima di arrivare a Roma, l’Apostolo scriveva ai cristiani della città imperiale: “Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Gesù Cristo, i quali hanno esposto la loro testa per salvarmi la vita. Ad essi devo rendere grazie non solo io, ma anche tutte le chiese dei gentili” (Rm 16, 3).
Prisca, la figlia di Priscilla e Aquila, sarebbe stata la prima martire romana; la prima, come dice il suo stesso nome, Prisca; oppure il suo nome si riferisce al “primo” frutto del lavoro missionario di Pietro a Roma. Sepolta sulla via Ostiense, nelle catacombe di Priscilla, le più antiche di Roma, quando il suo corpo fu ritrovato venne trasportato nella sua vecchia casa, poi diventata chiesa a tutti gli effetti.
Leggende, storie vere poi romanzate? In ogni caso questa coppia di laici cristiani ha lasciato una testimonianza straordinaria di dedizione al Vangelo, e la loro figlia, la giovane Prisca, si è conquistata il primato della testimonianza del sangue.

Com’era l’Aventino duemila anni fa? Uno dei più bei colli romani, immerso nel verde, un po’ appartato dall’agitata vita cittadina. Lo divide dal Palatino la valle nella quale si stende il Circo Massimo e più avanti le Terme di Caracalla. Da una parte il colle dei palazzi imperiali – il Palatino, dall’altro quello dei mercanti forestieri, arricchitisi con il commercio, primi fra tutti gli ebrei – l’Aventino. Fu questa massiccia presenza di mercanti ebrei, favoriti nei loro mercati dal porto sottostante sul Tevere e dal suo emporio, a fare di questo luogo il centro del primo cristianesimo romano.
Se vuoi correre devi andare in valle, tra il Circo Massimo e le Terme di Caracalla. Ma se vuoi una passeggiata tranquilla, devi salire sul colle e anche oggi, come duemila anni fa, ti ritrovi in un altro mondo: il giardino degli aranci, le grandi basiliche silenziose di santa Sabina, di sant’Alessio, dei Benedettini, il parco dei Cavalieri di Malta… e la chiesa di santa Prisca.
La chiesa di oggi non ha più nulla dei primi secoli, completamente ristrutturata in stile barocco. Basta tuttavia scendere negli scavi e pochi tocchi ricreano il fascino misterioso degli inizi: il capitello usato da Pietro come fonte battesimale (veramente è di molto più tardi, dell’epoca degli Antonini, ma va bene lo stesso…), il bronzo con decreti onorifici (questo sembra sia davvero della casa di Aquila e Priscilla!), qualche antica colonna… Ma vi scenderemo un’altra volta e scopriremo anche il Mitreo di Roma meglio conservato. Eh sì, perché queste piccole facciate di chiesette, alle quali non daresti due soldi, nascondono tesori impensati.
Per oggi, 18 gennaio, festa di santa Prisca, basta goderci la storia di questa famiglia cristiana… e anche la passeggiata all’Aventino!

Nessun commento:

Posta un commento