martedì 28 gennaio 2014

La prova dell’esistenza del Paradiso

Sto leggendo la storia degli inizi degli Oblati, scritta nel 1871. Un breve capitolo traccia la biografia di uno dei primi giovani che si unì al gruppo iniziale e che, a causa della saluta fragile, rimase ad Aix per più di 40 anni. Divenne il padre spirituale della città, molti andavano a chiedere consiglio da lui, predicava nelle varie chiese della città…
Sono stato in archivio a cercare le sue carte e ho trovato un blocco di quaderni con note scritte a partire dal 1833, con una calligrafia bellissima e ordinata, su tanti temi che erano oggetto delle sue conversazioni e omelie. Leggerle è un’impresa perché la scrittura è piccola e sbiadita. Chissà quante cose belle ci sono. Nessuno leggerà mai quei fogli… Eppure rivelerebbero una persona di grande statura.
Così ho capito che deve esistere il Paradiso. Altrimenti tanta umanità andrebbe perduta per sempre. Il desiderio di conoscere in profondità p.Ippolito Courtès non può essere disatteso, deve realizzarsi, il Paradiso deve esserci! In Paradiso non ci saranno i suoi scritti, ma lui stesso, così come Dio lo ha pensato e voluto, nella pienezza del suo disegno realizzato. E come lui tanti altri… Sarà un Paradiso!
Come anticipo di Paradiso gusto una briciola dei suoi pensieri:
“Se non prega, il cuore si secca… Lo Spirito Santo è luce; è lui che dona i sensi per gustare il divino. Occorre dunque ritirarsi nel nostro cuore per amare e per pregare; là, ascoltiamo la parola di Dio e, dietro sua ispirazione, le azioni saranno più sante, l’ascendente sui fratelli più decisivo”.
“Mio Gesù, mia vita, mia luce, Verbo incarnato, posso ascoltarti senza credere in te? Tu la perfezione ideale, tu che hai vissuto e sei morto come Dio fatto uomo, ti abbraccio con tutte le forze della mia intelligenza, ti amo e ti benedico con tutte le forze del mio cuore”

Nessun commento:

Posta un commento