Se i Magi, sempre alla ricerca del Re dei re, dovessero mettersi in viaggio oggi, forse lascerebbero a casa cammelli e dromedari e utilizzerebbero altri mezzi di locomozione. Comunque non si lascerebbero più guidare da una stella anomala e poco affidabile, che compare e scompare a suo piacimento, ma ricorrerebbero al più sicuro navigatore satellitare. Nel mio recente viaggio in Brasile, attraversando la grande città di San Paolo, per la prima volta ero guidato dal navigatore satellitare che, con voce stentorea, mi diceva tra quanti metri avrei dovuto girare a sinistra, a destra, se dovevo proseguire dritto e così via. Il traffico era così caotico e veloce che non sempre riuscivo a rispondere con prontezza ai comandi del navigatore il quale, imperterrito, operava immediatamente una variante per riportarmi sulla direzione giusta.
Quel che mi ha colpito è che… non si stancava mai di correggermi. Al suo posto io a un certo momento avrei detto: “Ma va dove ti pare!”. Lui invece non se l’è mai presa a male, non s’è mai arrabbiato né mai arreso. Non gli importava se seguivo o no le sue istruzioni: aveva una missione da compiere e faceva tutta la sua parte. Ho pensato che anche per il cammino della vita abbiamo bisogno di un navigatore. Gesù, mi sono detto, è la nostra strada - “Io sono la via” -, ma anche il nostro “navigatore”. È lui che ci suggerisce: vai di qua, vai di là, fa così, non fare cosà… E, proprio come il navigatore che avevo in Brasile, ogni volta che deviamo non si stanca di trovare una variante che ci riporta nella direzione giusta.
Accanto al navigatore “satellitare” per i piccoli viaggi sulle nostre strade, possiamo prestare attenzione al navigatore “celeste” per il grande viaggio della vita! Ma torniamo ai nostri Magi. Ammesso che avessero usato il navigatore, sarebbe stato facile per loro segnare il punto di partenza, ma come avrebbero fatto riguardo al punto di arrivo? Dove puntare? Il navigatore satellitare non funzione se non gli indichi dove vuoi arrivare. Lasciamo che il problema se lo risolvano da soli, noi ne abbiamo uno ben più grande da affrontare. Verso dove puntare la nostra vita? Non a caso ci domandiamo che “senso” essa può avere. Il senso glielo da proprio la “direzione”. Il valore di una vita dipende tutto dal punto di arrivo, dalla meta. Quanti momenti importanti in una famiglia: la nascita dei bambini, il battesimo, la prima comunione, la cresima, la laurea, il matrimonio… Ma non sono la meta ultima, sono piuttosto tappe per arrivare alla destinazione finale: l’incontro con Dio che finalmente ci spalancherà la porta del cielo e sarà paradiso! Ma per essere un po’ più concreti, pur pensando alla meta finale, occorrerà programmare delle tappe intermedie, di breve percorrenza, della durata… diciamo di una giornata, può bastare?
In questo mio ultimo editoriale di congedo dai lettori di “Missioni OMI”, mi permetto di consigliare una meta concreta per ogni giorno: puntare sulle persone che incontrerò oggi. Le persone per le quali preparo il pranzo o la lezione, quelle per le quali lavoro o che incontro per strada, con cui parlo al cellulare o a cui mando una e-mail, quelle di cui mi giungono cattive notizie attraverso la televisione o che andrò a visitare in ospedale, l’amico e il povero, la cassiera del supermercato e l’ufficiale postale, i soliti volti di casa e quelli sconosciuti che incontro per strada… Sono tutti sacramento di quel Dio che incontrerò a fine corsa, tappe sicure di un percorso dritto che mi conduce a lui. Non ci perderemo per strada e, come i Magi, troveremo anche noi il Salvatore. È questo il mio augurio per in nuovo anno.
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