mercoledì 27 gennaio 2010

La terra del sorriso / 3

La chiamano “la terra del sorriso” per la gentilezza della gente la abita. Un tempo si chiamava Siam, ma nel 1939 fu deciso di chiamarla terra (land) degli uomini liberi (thai) o più semplicemente Thailand. Anche oggi di sorrisi ne ho collezionati una moltitudine, a iniziare da quelli di 6 postulanti oblati che vivono in una bella casa nuova di zecca a Samphran, quartiere dalla parte opposta di Bangkok rispetto alla casa provinciale. 60 km per attraversare la grande città che conta una decina di milioni di abitanti. Era un piccolo villaggio quando, nella seconda metà del 1700, fu deciso di lasciare la capitale Aytthaya, conquistata dai Birmani, e rifugiarsi in una zona meglio difesa: Ban (villaggio) Kok (un tipo di pianta della zona), sulle rive del fiume Chao Phraya.
Al sorriso dei postulanti si aggiunge quello degli operai e operaie, giovanissimi, che stanno costruendo il muro di cinta del parco. Ma fra tutti sovrasta il sorriso di padre Domenico Rodighiero responsabile della formazione.
Dopo pranzo visita, a pochi passi da qui, al santuario del Beato Nicolas Bunkerd Kitbamrung, martire durante la seconda guerra mondiale. Le foto lo ritraggono, anche lui, come un degno figlio della terra del sorriso. A sera presiedo la messa e parlo ai giovani che fanno finta di capire l’inglese, come io faccio finta di parlarlo.



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