Augustinus, con il quale vivo, era un pastore nel Lesotho,
col bastone e la coperta che caratterizzano i pastori di quella terra. Mi
commenta la parabola del buon pastore che la liturgia ci ha proposto nel Vangelo
di oggi. “Mai e poi mai un pastore abbandona il gregge sulle montagne. Prima lo
porta al riparo, poi va a cercare la pecora che si è perduta. Ma una pecora non
si perde mai da sola. Se si allontanano e si perdono sono sempre almeno in due…”.
È proprio vero, Gesù è sempre paradossale nelle sue
parabole. Lo fa apposta per sorprendere gli ascoltatori. Sì, è una scena
estrema quella del buon pastore, e Gesù lo sa bene. Vuol proprio dire che
questo pastore, che impersona il Padre del cielo, è proprio pazzo e non ragione
quando vede una sua pecora perdersi, tanto gli sta a cuore. Non è straordinario
sapersi amati e cercati così da Dio?
Sant’Ambrogio si mette dalla parte della pecora e innalza
una preghiera accorata:
“Vieni, Signore Gesù, a cercare il tuo servo; cerca la tua
pecora affaticata; vieni, pastore... su, lascia le novantanove altre che pure
sono tue, e vieni a cercare l'unica che si è smarrita. Vieni… sei tu che io
attendo. Non prendere la frusta. Prendi il tuo amore; vieni con la dolcezza del
tuo Spirito... Vieni a me, che mi sono smarrito lontano dai greggi di lassù,
dove avevi posto anche me…
Cercami Signore, poiché la mia preghiera ti cerca. Cercami,
trovami, rialzami, portami! Quello che cerchi, puoi trovarlo; quello che trovi,
degnati di rialzarlo; e quello che rialzi, mettitelo in spalla. Non ti stanca
questo pietoso fardello, non ti è di peso portare colui che hai giustificato.
Su, vieni Signore… nutro speranza di essere guarito. Vieni, Signore, sei
l'unico a poter ancora chiamare la tua pecora perduta… Vieni, e ci sarà
salvezza sulla terra, e ci sarà gioia in cielo (Lc 15, 7). Non mandare i tuoi
servi, non mandare mercenari, vieni tu, a cercare la tua pecora…Poi, portami
fin sulla tua croce. Essa è la salvezza degli erranti, il solo riposo degli
affaticati, l'unica vita di tutti quelli che muoiono.”
Chissà se sant’Agostino era lì che ascoltava…


Grazie p. Fabio, bellissima questa spiegazione!
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