L’ultimo giorno in Provenza ci riserva nuove sorprese.
I
paesaggi, con la natura cesellata dall’uomo lungo i secoli, svelano tutta la
loro bellezza sotto l’ultimo sole ancora estivo.
In
questa cornice quattro luoghi di storia, arte, mistica e letteratura.
Cavaillon
prima di tutto. Vanta un arco romano, ma è piccola cosa per chi viene da Roma.
La cattedrale, appena restaurata, è un piccolo gioiello romanico. Ma anche qui
niente di eccezionale. Cosa ci porta dunque a Cavaillon? San Cesare de Bus,
fondatore dei Dottrinari. Sì, sono un patito dei fondatori… e questo è un
grande fondatore della seconda metà del 1500. Stanno allestendo la cappella che
gli sarà dedicata…
Saliamo
poi a Gordes, villaggio arroccato su uno sperona di roccia, uno dei luoghi più
belli della Provenza. Sotto, una pianura verdissima, sembra un giardino. E la
corona delle montagne lontane. Sembra stare lì in mostra solo per farsi
fotografare, tanto è spettacolare. E infatti ci facciamo fotografare!
Scendiamo nella valle dove è adagiata l’abbazia cistercense di Sénanque fondata nel 1100. Un capolavoro d’arte. Nonostante le innumerevoli vicissitudini, fatte di guerre, razzie, distruzioni, espropriazioni…, l’abbazia è ancora lì, ancora abitata da monaci, ancora capace di raccontare una storia meravigliosa fiorita sulla Regola di san Benedetto. La chiesa, il chiostro, la sala capitolare, il dormitorio… tutto come alle origini, e tutto parla…
Infine la natura e l’arte si sposano con la letteratura. Fontaine-de-Vaucluse è il paesino dove viveva Petrarca e dove si è ispirato per molte delle sue poesie. Sono qui le “Chiare, fresche e dolci acque” di una delle sue canzoni. Acque di colore smeraldo, che nascono da sorgenti nascoste tra le rocce e scorrono distese e muovono i mulini delle cartiere.
Nella
natura incantata e la poesia si chiude il nostro felice peregrinare per la
Provenza.
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