mercoledì 17 settembre 2025

Due famiglie unite

 

“La vera tomba dei morti è nel cuore dei viventi”, è scritto sul monumento ai defunti delle guerre, all’entrata del cimitero di Aix. Il libro della Sapienza dice che “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio”, ma non è meno vero che rimangono  vive nel nostro cuore.

Eccomi ancora una volta sulla tomba di due famiglie care, quella degli Oblati e quella dei de Mazenod-Boisgelin. Sono ambedue nella stessa cappella, sormontata dai due rispettivi stemmi.

A sinistra l’elenco degli Oblati che hanno vissuto ad Aix. Il primo è p. Giacomo Giuseppe Marcou, uno dei sette giovani con i quali sant’Eugenio diede vita all’Associazione dei giovani nel 1813; allora Marcou aveva 14 anni. Morì a 27 anni, con accanto sant'Eugenio, dicendo: “Che bello il Cielo!”. In tutto sono 84. L’ultimo è p. René Motte, morto nel 2009: chissà che non ne parli nei prossimi giorni...

A destra della cappella l’elenco dei membri della famiglia de Mazenod e Boisgelin, quelli da parte della sorella. Apre la serie la nonna Caterina Elisabetta, seguita dal padre, Carlo Antonio, e dalla madre Rosa Eugenia, che almeno nella tomba si sono riuniti dopo essere stati divisi per tanti anni. Seguono la zia, la sorella, i nipoti… L’ultimo è Betrand, che tutti ricordiamo con affetto, morto due anni fa.

È bello vedere le due famiglie insieme. Ed è bello ricordarne i membri, uno per uno… Grande famiglia quella dei Mazenod-Boisgelin, al tempo della canonizzazione di sant’Eugenio vennero a Roma in 300. Grandissima quella degli Oblati…

Anche in cielo sembra che avranno un posto speciale insieme. Sant’Eugenio diceva che saremo proprio accanto a Maria…

La cappella fu fatta costruire dallo stesso sant’Eugenio nel 1844, dopo aver fatto riesumare i corpi dei padri Suzanne, Arnoux, del fratello Morandini, della nipote Natalie de Boisgelin, sepolti nella tenuta di campagna della famiglia, l’Enclos. Conserva qualche frammento per farne un reliquiario perché – scrive nel diario – erano più sacre delle catacombe. «Tra qualche giorno saranno trasportati nella tomba che ho fatto preparare nel grande cimitero, insieme agli altri corpi santi di mio padre, di mia nonna, di Caroline e di padre Marcou. Faremo venire da Avignone i resti del nostro amato Louis de Boisgelin (un nipote, scolastico gesuita) e probabilmente trasporteremo anche i corpi dei nostri padri Pons, Mie, Paris, Capmas e del fratello Dumolard. Potremo forse scrivere con verità sulla tomba che custodisce queste sacre reliquie: corpora sanctorum».

Il 4 agosto 1855, terminati i lavori, il vescovo de Mazenod consacrò l’altare e vi celebrò la messa.



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