Ho avuto la gradita sorpresa di
ricevere la foto della collana che Tito portava sempre con sé. Non sapevo che l’avesse
lasciata nella casa di Vallada e fosse passata a Donata, che assieme alla foto
mi ha scritto: «In questi anni ho sempre tenuto questa collana di p. Tito come una
cosa preziosa. Mi sono spesso chiesta il suo significato e guardandola ho pensato
all'impronta che ognuno di noi può lasciare sulla terra. Quando i miei nipoti mi
hanno chiesto: “Nonna dove hai preso questa collana?”. Ho risposto: “L'ho avuta
da un ragazzo buono che veniva dal Laos e che quando è tornato nel suo paese ed
è diventato prete ha sempre testimoniato, anche quando l'hanno messo in prigione,
che Gesù ci vuole tanto bene sempre e non ci lascia ma si soli”. Lo ricordo semplice,
sorridente e mi trasmetteva serenità. In questi anni ogni tanto chiedevo notizie
sulla sua vita…».
Quel ciondolo è d’argilla, con sopra
un’impronta smaltata. È l’impronta che Dio ha impresso sulla nostra fragilità
umana e che ci rende preziosi…
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