Ogni tanto presento alla comunità le ultime novità librarie
riguardanti gli Oblati. Questa sera, dopo aver ricordato alcune delle numerose
riviste che appaiono nelle varie nazioni, o mostrato gli ultimi libri che ho
ricevuto. Ricordiamo la definizione che dava degli Oblati un vecchio dizionario
francese: “Una specie di Gesuiti di campagna”. Comunque. nonostante tutto,
anche gli Oblati scrivono (forse non abbastanza, perché hanno altre cose da
fare…).
Fra gli altri oggi ho mostrato un libro scritto in onore di
p. Oswald Firth, dello Sri Lanka, che ha tanto lavorato per promuovere gli
studi nel suo Paese e nel mondo intero. Un altro oblato dello Sri Lanka ha
pubblicato la seconda edizione di un manuale di psicologia per la formazione
integrale della persona. C’è poi l’interessante storia dei Rosarianti- siamo
sempre nello Sri Lanka – una congregazione monastica, maschile e femminile, fondata
da un Oblato.
Ma c’è anche l’Italia, con un libro scritto da Alessandro Betta, che non è Oblato, ma che racconta la storia del nostro p. Aldo D’Ottavio, operario e sindacalista. Nel 1974, viene assunto alla Fiat-Lancia di Chivasso, dove diventa delegato sindacale per la Fim-Cisl. Si mette davvero “nei panni dell’altro”. Per l'azienda è un elemento scomodo, al punto da manipolare alcune sue parole in difesa dei lavoratori, trasformandole in un'accusa di fiancheggiamento del terrorismo. Siamo nel periodo tragico degli “anni di piombo” e delle Brigate Rosse. Quando fu licenziato tutti i 700 operai della verniciatura fecero 32 ore di sciopero e due ore di manifestazione con mille persone, fuori dai cancelli, uscite dal posto di lavoro. Si era davvero messo nei passi degli operari, operaio lui stesso, e la gente lo sentiva uno di loro. Il libro ripercorre le tappe del processo e la fedeltà a una scelta di condivisione con la gente.
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