venerdì 27 ottobre 2017

Lectio brevis


Ho ripreso le “Lectio brevis” nelle quali, qui alla casa generalizia, mi diletto a presentare le fonti e la bibliografia oblata. Questa volta ho mostrato le diverse edizioni manoscritte della Regola nella sua evoluzione dal 1818 al 1826, quando fu approvata da Papa Lione XII.
Allora non c’era né fotocopiatrici né computer, così abbiamo ben cinque manoscritti in francese e quello in latino, presentato al Papa. Quest’ultimo era scritto, in bella calligrafia, da p. Jeancard. Naturalmente questa copia non l’abbiamo, perché è rimasta al Papa. Così sant’Eugenio, che era solo a Roma e non riusciva a trovare un copista, dovette ricopiarla tutta di suo pugno, in tre giorni e tre notti.

Quest’ultima copia, che comprende il Decreto di approvazione, con la firma e il sigillo del Cardinal Pacca, Prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari, e quella del segretario, Mons. Marchetti, ci particolarmente cara, non soltanto perché l’ha scritta il Fondatore, ma anche perché nell’ultima pagina, una volta tornato a Marsiglia, durante il Capitolo generale, sant’Eugenio la fece firmare a tutti i membri della Congregazione, in segno di accettazione. Allora i membri erano appena 22.
È una pagina particolarmente bella: vi sono il servo di Dio Domenico Albini, i futuri quattro vescovi: Mazenod, Guibert (poi cardinale di Parigi), Jeancard, Guigues. Quest’ultimo è anche uno dei pionieri della missione in America, assieme a Honorat e Telmon, anch’essi firmatari.
Non sono carte morte, sono ancora capaci di raccontarci storie e ideali meravigliosi.


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