martedì 26 settembre 2017

Il desiderio


«Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione» (Lc 22, 14-15).
Luca inizia il racconto dell’ultima cena con una espressione suggestiva: “con desiderio ho desiderato”. È una forma che esprime un superlativo, come già appariva nella precedente traduzione della CEI: “Ho ardentemente desiderato”. È un desiderio appassionato, nel quale traspare il desiderio stesso del Padre.
Nella parabola della pecora smarrita Gesù aveva già fatto intuire la sua missione, che era quella di esaudire il desiderio del Padre «che neanche uno di questi piccoli si perda» (Mt 18, 14). Adesso è giunta l’ora nella quale egli può finalmente dare compimento a questa missione.
Gesù, ripete Giovanni, ha un solo desiderio, compiere la volontà del Padre. Egli è venuto per dare la sua vita, così che tutti abbiano la vita: «sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato (Gv 6, 38). Non si tira indietro neppure quando comprende che l’adempimento della missione del Padre sarà dura, perché richiederà la sua morte: «Adesso la mia anima è turbata. Che dovrei dire: "Padre, salvami da ciò che mi aspetta!"? Ma se è proprio per questo che sono venuto!» (Gv 12, 27).
Non si contraddice neppure quando la prova si fa più dura, appena poche ore aver manifestato il grande desiderio: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!» (Mt 26, 39).
Adesso che finalmente è giunto il momento di attuare il piano progettato da tutta l’eternità, quello per il quale si è offerto con generosità – «Ecco, io vengo, Padre, per fare la tua volontà» – egli manifesta tutta la sua gioia. Ha vissuto per questo momento, l’ha atteso con passione. Aspettava con impazienza che si accendesse il fuoco che era venuto a portare sulla terra fredda e buia: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!». Bramava con ansia che giungesse il momento: «Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!» (Gv 12, 49-50). È la via tracciata dal Padre, per questo la brama e la desidera, con ardente passione.
Adesso il momento tanto atteso è giunto. La sua Pasqua è ormai lì che lo aspetta. Può finalmente confidarlo ai suoi amici: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione».

Come sono diversi i nostri desideri e le nostre passioni da quelli di Gesù. Lo stesso verbo “desiderare” usato da Luca per Gesù è impiegato in maniera negativa nelle lettere di Paolo e di Giacomo. Esso indica la concupiscenza, le brame orientate al male che entrano a fare parte del catalogo dei vizi (cf. Rom 1, 24; Gal 5, 16; 1 Tim 6, 9; 2 Tim 3, 6; 1 Pt 4, 2; 1 Gc 1, 13).
Il desiderio guida l’azione. Occorrono desideri grandi e belli, soprattutto in linea con quelli di Dio. Meglio ancora, far proprio il grande desiderio espresso da Gesù: dare la vita per gli amici. E desiderarlo ardentemente, così da attuarlo.

1 commento:

  1. Grazie che dai luce a questo grande "segreto" del cuore : il desiderio di amare ardentenente. Quando lo vivo nel Desiderio di Gesù non solo amo ma sono pienamente amata. Anche senza accorgermene anticipo da qui il Cielo.

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