sabato 2 settembre 2017

Seguire il Maestro, non precederlo


Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà (Mt 16, 21-27).

La venuta di Gesù metterà tutto in chiaro, quello che vale e quello che non vale, quello che passa e quello che rimane. Se avessimo sempre presente l’imminenza dell’incontro con Gesù, se lo avessimo sempre davanti agli occhi, sarebbe facile scegliere tra le molte possibilità che la vita ci offre nel momento presente, attenti a compiere sempre e solo la sua volontà. Ma facciamo presto a dimenticarci di lui e a lasciarci prendere dalla bramosia di cose che danno sicurezza, reclamare i nostri interessi, esigere i nostri diritti… Tornerà? Sì, ma quel momento è tanto lontano...
A volte, è vero, in uno slancio di generosità, gli dichiariamo sinceramente che lo seguiremo ovunque, pronti a fare quello che egli vuoi da noi. Ma poi, quanto ci mostra il cammino da prendere, restiamo esitanti. Ci chieda di operare scelte che sembrano attentare la nostra pace, minare la nostra vita. Davvero dobbiamo “rinnegare”, misconoscere noi stessi, non prestare più ascolto alle nostre esigenze? Vuole davvero che diamo più valore alla vita dell’altro che alla nostra? Che amiamo gli altri più di noi stessi, al punto da sacrificarci per loro? Vuole proprio che perdiamo la nostra vita, e in modo così violento come nella morte di croce?

Pietro non ci stava e ha cercato di farlo ragionare. Egli ha paura non soltanto per Gesù, ma anche per sé. Sa che se Gesù dovrà prendere la croce sulle sue spalle, la stessa sorte toccherà anche a lui. Gli parla in disparte, come un uomo saggio, superiore, quasi paternalista. Non gli aveva appena detto che sarebbe stato una roccia?
Pietro aveva appena riconosciuto in Gesù il Messia, il Figlio di Dio, ma chissà come immaginava che si sarebbe comportato il Messia Figlio di Dio, certamente da gran signore, da re. E lui, Pietro, al suo seguito, pensava forse di diventare anche a sua volta un gran signore, dignitario di corte. Il modo di regnare di Gesù è servire, la sua grandezza è farsi schiavo di tutti, fino a morire per noi.
Pietro ha sbagliato, si mette davanti, pretendendo di indicarti la strada da prendere, come saremmo tentati di fare anche noi quando vorremmo suggerire a Dio quello che dovrebbe fare. Il posto di Pietro, in quanto discepolo, è quello di stare dietro a Gesù. Lungo tutto il vangelo Il Maestro vai avanti e i discepoli lo seguono. Quello è il nostro posto: aver fiducia in lui che apre la strada; aver fiducia anche se il cammino che ci propone paresse assurdo.

Dovremmo dunque rinnegare noi stessi, cercare la croce? Forse, più semplicemente, invece di precedere Gesù, con la pretesa di sapere noi la strada giusta per avere la vita, dovremmo seguirlo secondo l’itinerario che egli ci indica momento per momento. Scegliere ciò che egli vuoi, fidandoci di lui.
Facendo la sua volontà non faremo la nostra - rinnegare. Accogliendo le croci che dissemina nella nostra giornata guadagneremo la vita vera, al di là della morte, nella pienezza della vita.

Apri la tua strada davanti a noi
e attiraci con grazia irresistibile.
Se lungo il cammino ci doni la croce
donaci anche la forza di abbracciarla
e tu portala con noi.


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