venerdì 21 ottobre 2016

Giovanni Paolo II agli Oblati



22 ottobre, festa di san Giovanni Paolo II, un papa che ha amato e più volte incontrato gli Oblati. Molte le parole e i messaggi rivolti ad essi. Un piccolissimo saggio:

5 dicembre 1980: Voi siete missionari del Signore e oblati della Madonna; nel nome di Cristo Gesù e della santissima Vergine vi dedicate all’opera di evangelizzazione tra quanti ancora non conoscono Cristo, come pure a far radicare sempre più tra varie popolazioni l’adesione aperta e generosa al Vangelo. Ciò comporta l’impegno di essere sempre più e sempre meglio anime sacerdotali e religiose in una vita dedita al generoso esercizio della giustizia, dell’amore e della pace tra gli uomini, privilegiando gli umili, i poveri, i sofferenti.
Tutto questo suppone intensa preghiera e profonda vita interiore per cui è possibile continuare, pur nelle occupazioni dell’apostolato, il colloquio col Padre celeste.

2 ottobre 1986: Da centosessanta anni, gli Oblati di Maria Immacolata hanno scritto, per la loro parte, un capitolo meraviglioso della storia missionaria della Chiesa contemporanea, dal Grande Nord all’equatore. Figli di Eugenio de Mazenod il cui zelo per l’annuncio del Vangelo è stato paragonato al vento maestrale, eredi di una stirpe quasi due volte secolare di Oblati appassionati di Gesù Cristo, lasciatevi, più che mai, attirare dalle folle immense e povere delle regioni del terzo mondo, come da questo quarto mondo occidentale che ristagna nella miseria e spesso nell’ignoranza di Dio.


3 dicembre 1995: Per sant’Eugenio de Mazenod annunciare Cristo significò diventare in pieno l’uomo apostolico di cui ogni epoca ha bisogno, dotato di quel fervore e di quello zelo missionario che a poco a poco lo configurano al Cristo risorto.

24 settembre 1998: Come sapete, l’annuncio del Vangelo presuppone che si attingano forza, coraggio e speranza nella vita di preghiera, soprattutto nell’orazione. La disciplina quotidiana, l’oblazione di sé a Dio e la vita comunitaria sono testimonianze autentiche di una carità intensa e la forma principale di annuncio del Vangelo. Sono un modo di imitare Cristo, consentendo di dire: “Venite e vedrete” (Gv 1, 39), e di aprire il cuore degli uomini affinché accolgano la parola di Dio con benevolenza.
In effetti, per l’amore che nutriranno gli uni per gli altri i fedeli del Signore saranno riconosciuti dai loro contemporanei e mostreranno il volto del Risorto (cfr 1 Gv 4, 11). Nel mondo attuale, più che mai, il sacerdote e il religioso devono vivere in intimità con il loro maestro, sforzarsi di diventare santi come esige la vostra regola, per essere disponibili alle intuizioni dello Spirito Santo e per rispondere meglio agli appelli del mondo.

27 settembre 2004: Rinnovata unione fraternascelte chiare in base alle priorità della vostra missione.


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