domenica 18 maggio 2014

Un’Italia nella quale si può ancora sperare


Una fila infinita per poter entrare a visitare Palazzo Farnese. Ne è valsa la pena. Vi hanno lasciato la loro impronta Sangallo, Michelangelo, Salviati costruendo un capolavoro d’arte. Erano una ventina le gallerie aperte a Roma per la notte dei musei e tutte assediate con file che attraversavano piazze, costeggiavano strade, si snodavano a zig zag. Tutti tranquilli, contenti, con quell’aria complice e festosa di chi si trova gomito a gomito per delle mezz’ora in attesa di vedere cose belle. La stessa cosa mi immagino in tutta Italia. 


Un’Italia diversa da quella che autolesionista di ogni giorno, un’Italia giovane, un’Italia amante della cultura e con il gusto per l’arte. Ma allora si può ancora sperare.

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