venerdì 31 agosto 2012

Sardegna 3 - Le catacombe di sant’Antioco


Pochi passi più in là del Tofet fenicio-punico di Sulky e si percorrono qualche altra centinaia di anni, giungendo al II secolo dopo Cristo, al tempo del medico Antioco che secondo una tradizione leggendaria, sarebbe vissuto al tempo dell'Imperatore Adriano in Mauritania, la provincia romana che si estendeva dalla zona occidentale dell’attuale Algeria fino all’odierno Marocco e alla parte settentrionale della Mauritania.
Quando l'Imperatore emise un Editto di persecuzione, Antioco fu tra i primi ad essere arrestato e inviato in Sardegna, in quella che oggi è l’isola di sant’Antioco e che allora era chiamata Plumbaria, grazie alle miniere di piombo. Si stabilì in una antica tomba fenicia trasformandola in un piccolo oratorio sotterraneo. Da qui iniziarono le conversioni e quindi la decisione della condanna capitale. Un laico ed è con lui che inizia la cristianizzazione della Sardegna. Forse già altri prima di lui avevano portato il Vangelo: commercianti, schiavi condannati ai lavori delle miniere… Sant’Antioco è comunque considerato il patrono della Sardegna e, fin dagli inizi, tanti hanno voluto farsi seppellire attorno alla sua tomba, trasformando gli ipogei punici scavati tutti attorno alla cella del martire in una catacomba cristiana.
Sulla sua tomba fu subito costruito un altare e poi, nel V secolo, una basilica, una delle più antiche di tutta la regione, rimaneggiata nei secoli, soprattutto nel 1100.  
La facciata non lascia presagire niente di straordinario, ma una volta entrati ci si ritrova in un luogo d’incanto. Spogliata delle decorazione barocche e dopo aver a nudo la pietra viva, la chiesa splende in tutta la sua austera bellezza. Massiccia e insieme elegante, dà un senso di sicurezza e di pace. Oggi, a quest’ora insolita, è colma di persone raccolte in un insolito raccolto silenzio, proprio come s’addice a un simile ambiente sacro. “Sta per iniziare la celebrazione in onore del nostro parroco: 50 anni di sacerdozio, 75 anni d’età, 35 anni in questa parrocchia”. Così, a voce bassa, la guida gentile che ci accoglie all’ingresso delle scale che portano agli ambienti sotterranei sacri e sant’Antioco e alle catacombe. Gli ipogei punici, nudi negli altri scavi, sono qui trasformati dall’arte funeraria cristiana: archisogli sarcofagi, colonne… Alcune tracce di decorazione su alcune tombe mostrano tra l’altro la figura del Buon Pastore. Dei primi coloni rimane la grandiosità degli ambienti e la regolarità degli scavi e che rendono molto dissimili queste dalle catacombe che siamo abituati a vedere a Roma. “Meravigliati?” continua a ripetere la nostra guida, contenta di vederci sorpresi e stupefatti da questa città sotterranea cristiana.
Su in chiesa troneggia una grande statua barocca di sant’Antioco, paludato con abiti solenni e richiamare il suo status sociale di medico e quello cristiani di martire. Non un monaco, non un apostolo, ma un semplice laico all’origine del cristianesimo sardo.

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