sabato 18 agosto 2012

A Roma, alla ricerca di Pietro Cavallini


Due passi a Trastevere per incontrare Pietro Cavallini che con le sue forme plastiche e i densi colori ti trascina in un mondo mistico, sempre reale e profondamente umano. Prima a Santa Cecilia per ammirare il giudizio universale, un vasto affresco dipinto alla fine del 1200 e riscoperto soltanto nel 1900 dietro il coro delle monache. Non è facile accedervi, anche se basta chiedere alle benedettine, che custodiscono la basilica dal 1100.
Il Cristo glorioso, circondato da angeli e cherubini fieri di attorniare il loro Signore e dagli apostoli, uomo bel ritagliati nei loro profili possenti… La scuola romana di pittura raggiunge il suo culmine e compete con quella toscana già preannunciando Giotto. In una parete nascosta dagli scanni delle monache una annunciazione che ritrae una Madonna giovanissima, quasi una bambina, che gode di sapersi ormai la Madre di Dio.
Poi a Santa Maria, sempre in Trastevere, per contemplare ancora Cavallini con i mosaici della storia di Maria, subito sotto l’abside sfolgorante della gloria del Cristo e di Maria. Quadri di paesaggi lontani che mettono in risalto, vivissime, le scene e i personaggi che ormai si allontanano del classico mondo bizantino.
Quanta bellezza da contemplare, quanti soggetti da meditare, quante icone da pregare. Che gli artisti continuino ad elevare l’anima umana e che l’anima umana si semplifichi e si purifichi per poter godere del bello.

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