domenica 16 aprile 2023

In profondità nel rapporto con Dio

 

Questa foto l'ho scattata il 23 novembre 2003, all’inizio di un incontro della Scuola Abbà mentre Chiara Lubich, in silenzio, chiede a Gesù di rinnovare il patto di unità. È una foto leggermente sfocata, ma mi è particolarmente cara perché la ritrae assorta in Dio, le mani giunte, gli occhi chiusi, icona di un raccoglimento profondo e intenso, lo stesso nel quale la vedevo immersa durante la Messa celebrata insieme nella sua cappella, come in quelle celebrate nelle grande assemblee pubbliche. L’ho vista pregare in maniera semplice e spontanea, quando ci guidava nella visita a Gesù Eucaristia, nella recita del rosario, nella visita a un santuario. Pur essendo il suo “segreto”, più volte ci ha fatto entrare nell’intimità della sua preghiera e di quella nella quale sapeva coinvolgere tutti noi. Potremmo percorrere il cammino della sua vita alla ricerca dei suoi tanti momenti di preghiera. La vedremmo entrare in un chiesa, ritirarsi nel suo studio o nella cappella di casa, fermarsi a contemplare la natura o perduta nella folla dove sempre trova Dio…

Ho mostrato questa foto ieri, durante una lezione sulla preghiera, davanti a un bel gruppetto di persone. Molti di più hanno seguito in streaming.

Il momento della preghiera per Chiara Lubich era «il momento più bello», «il momento migliore» della giornata. Durante un suo viaggio in Argentina, il 23 aprile 1964, annota nel diario: «Oggi è senz’altro il giorno più bello, o meglio, questo è il momento migliore di tutto il viaggio: sto scrivendo infatti in focolare, davanti a Te, Gesù Eucaristia, nella piccola cappella».

Pensando poi ai giorni precedenti trascorsi a New York e ai grattacieli della città, continua: «Non siamo qui a chissà quale piano d’un grattacielo (...), non solo al settimo cielo, ma in cielo. E si “sente” la tua presenza, Gesù, in questa casa, così forte da far scomparire ogni altra presenza».

Chiara ci ha lasciato tante preghiere scritte. Sono espressione di un sincero rapporto personale con Dio, animato dal desiderio di vivere l’intera vita nell’amore per Lui. Basterà  leggere questa: «Sì, Gesù, so che nella vita, in ogni attimo della vita conta solo amarTi. Vorrei poterTi dire, alla fine della vita (che può esser presto o tardi): "T’ho sempre amato". Non so che dirTi, Signore; provo a leggere, a far meditazione, ma debbo smettere per star con Te: ho bisogno di Te, Signore perché tutto il resto che faccio (ed è una vita consacrata la mia) mi sembra tutto vuoto. Ho bisogno di Te per riveder la mia vita con Te, per far con Te i miei, tuoi calcoli, per stare con Te, ma non inattiva, ma con Te. Per dar senso poi quando dovrò tornar fuori». (Diario, 19 maggio 1966)

Il rapporto che Chiara ha con Dio non consiste nel mondo amare, ma nel molto amare, va ben al di là delle preghiere: «Gesù, quando tu vieni nel nostro cuore, sarebbe l’ora di chiederti tante cose. Ma proprio perché Tu in persona vieni nel nostro cuore, è l’ora in cui non abbiamo da chiederti più nulla» (Pensieri, p. 14).

Ed ecco che la meditazione le diventa come un profumo che sparge fragranza lungo tutta la giornata: «Praticamente è diventata un vero colloquio, non un soliloquio. Infatti, mi sento ascoltata e mi s’innamora tutta l’anima. È come aprire una bottiglia di profumo che sparge la sua fragranza su tutta la giornata, perché cerco di farla la mattina la meditazione» (Diario, 26 giugno 1978).

Occorrerebbe scrive una biografia di Chiara come rapporto d’amore con il suo Sposo, come preghiera. Ci consentirebbe di penetrare un po’ il suo segreto colloquio con Dio, come in questa famosa pagina di diario: «La Trinità dentro di me! L’abisso dentro di me! L’immenso dentro di me! La voragine d’amore dentro di me! Il Padre che Gesù ci ha annunciato dentro di me! Il Verbo! Lo Spirito Santo, che voglio sempre avere per servire l’Opera, dentro di me! Non domando di meglio. Voglio vivere in questo abisso, perdermi in questo sole, convivere con la Vita Eterna» (22 maggio 1972).

 

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